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Fao: fame in calo ma troppo lentamente

"Quasi una persona su 12 nel mondo so soffre di denutrizione cronica"

Le maggiori economie mondiali, sia in quanto principali produttori che consumatori, sono in una posizione unica per guidare la trasformazione verso sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili. Lo ha dichiarato il direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) QU Dongyu ai ministri dell'agricoltura del G20 riuniti oggi in Sudafrica.

L'incontro, tenutosi a Città del Capo sul tema "Approcci basati sui dati per affrontare la sicurezza alimentare e promuovere investimenti agricoli inclusivi e l'accesso al mercato", è stato ospitato dal ministro dell'Agricoltura sudafricano John Steenhuisen. Si svolge in un contesto di crisi globali sovrapposte che continuano a spingere milioni di persone verso la fame e la povertà.

Gli attuali sistemi agroalimentari sono tra i più vulnerabili agli shock climatici, con siccità, inondazioni, tempeste e temperature in aumento che minano la produttività e interrompono le catene di approvvigionamento. La Roadmap Globale della Fao mostra che raggiungere Fame Zero mantenendo l'obiettivo di 1,5 gradi Celsius è possibile. Saranno tuttavia necessari circa 1,1 trilioni di dollari all'anno fino al 2030 per mitigazione e resilienza. "Si tratta di un appello urgente per un'azione coordinata a livello globale", ha dichiarato Qu ai presenti.

Il direttore generale ha evidenziato quattro aree in cui il G20 può fornire una leadership cruciale: potenziare l'innovazione e la digitalizzazione; aumentare gli investimenti sostenibili e resilienti; migliorare la trasparenza dei dati e il funzionamento del mercato; promuovere approcci politici integrati.

"La Fao rimane il vostro partner fedele e continuiamo a sostenere i paesi, ad esempio attraverso la nostra iniziativa Hand-in-Hand, per offrire opportunità di investimento ai paesi più poveri", ha affermato il direttore generale. "Lasciamo questo incontro con una rinnovata determinazione collettiva a costruire i sistemi agroalimentari di cui il mondo ha bisogno, sistemi che possano nutrire tutti, oggi e domani, proteggendo al contempo il nostro pianeta".

A Città del Capo, il direttore generale ha anche presentato i principali risultati del Rapporto sullo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo (Sofi) 2025. Preparato congiuntamente da Fao, Ifad, Unicef, Wfp e Oms, il rapporto presenta sia realtà preoccupanti che segnali di progresso. Nel 2024, 673 milioni di persone soffrivano di denutrizione cronica, quasi una persona su 12 in tutto il mondo.

La fame è leggermente diminuita rispetto ai picchi recenti, passando dall'8,7% nel 2022 all'8,2% nel 2024, ma continua ad aumentare in Africa. Se le tendenze attuali persistono, entro il 2030 oltre 512 milioni di persone soffriranno ancora la fame, quasi il 60% delle quali in Africa.

"Il messaggio del Sofi 2025 è chiaro: la fame sta diminuendo troppo lentamente, l'inflazione dei prezzi alimentari sta erodendo le diete e le disuguaglianze si stanno ampliando. Ma con un'azione coordinata e basata sull'evidenza, il G20 può invertire la tendenza", ha affermato Qu.

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EFA News - European Food Agency
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