Niente birra in Giappone: gli hacker hanno bloccato Asahi
Quarto giorno di stop ai rifornimenti del birrificio per un attacco: nessuna conseguenza in Europa

Un attacco informatico definito dai diretti interessati "devastante" ha costretto alla chiusura temporanea il gigante nipponico della birra Asahi. Stop alle erogazioni in molti dei suoi birrifici nazionali e rinvio del lancio di nuovi prodotti sono le conseguenze, per ora, dell'attacco hacker. Questo avviene a pochi giorni all'esaurimento delle scorte di Asahi Super Dry in Giappone.
Non sono state colpite dall'attacco informatico le attività in altre regioni del mondo, come l'Europa, dove Asahi vende la Peroni Nastro Azzurro: la stragrande maggioranza delle 30 fabbriche del Gruppo Asahi in Giappone, invece, non è più operativa visto che l'attacco ha disattivato il sistema di ordinazione e consegna. Asahi non produce solo birra Super Dry in Giappone, ma anche analcolici, mentine e alimenti per bambini.
L'azienda ha precisato in una nota ufficiale: "al momento non è stata confermata alcuna fuga di informazioni personali o di dati dei clienti verso soggetti esterni. Tuttavia, a causa del guasto al sistema, sono state sospese le seguenti operazioni: ordini e spedizioni presso le società del gruppo in Giappone e operazioni di call center, compresi gli sportelli del servizio clienti".
"Stiamo indagando attivamente -prosegue la nota- sulla causa e lavorando per ripristinare le operazioni; tuttavia, al momento non è stata stimata una tempistica per il ripristino. Il guasto al sistema è limitato alle nostre operazioni in Giappone. Ci scusiamo sinceramente per i disagi causati ai nostri clienti e partner commerciali.
La preoccupazioni del colosso breweries riguarda soprattutto i rivenditori che hanno ormai gli scaffali vuoti, dato che l'interruzione è giunta al quarto giorno, e non c'è ancora una data precisa per la ripresa delle attività delle fabbriche. Super Dry potrebbe esaurirsi anche nei pub izakaya, che servono birra alla spina e in bottiglia.
A seguito dell'attacco informatico, Asahi ha rinviato a tempo indeterminato il lancio previsto di otto nuovi prodotti, tra cui la soda alla frutta, la ginger ale al limone e le barrette proteiche. Il più grande birrificio nipponico produce in media l'equivalente di 6,7 milioni di bottiglie grandi di birra al giorno in Giappone.
Secondo gli esperti di sicurezza informatica del gruppo Nihon Cyber Defence (NCD) con sede a Tokyo, le aziende giapponesi sono sempre più considerate obiettivi interessanti per gli aggressori ransomware a causa delle loro scarse difese e per il fatto che hanno sempre pagato per evitare incidenti del genere. Per far fronte a queste emergenze, a maggio scorso, il Giappone ha approvato una legge che ha concesso al governo maggiori diritti per combattere in via preventiva i criminali informatici.
EFA News - European Food Agency