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CLARA MOSCHINI

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Caporalato/2. Settembre di controlli a Roma e dintorni

Le indagini dell'Ispettorato del lavoro hanno coinvolto più di 70 aziende agricole: 24 lavoratori trovati “in nero”

Artena, Campagnano di Roma, Cerveteri, Fiumicino, Frascati, Genazzano, Guidonia, Nettuno, Olevano Romano, Palestrina, Pomezia, Roma, Segni, Subiaco, Tivoli, Tolfa, Trevignano Romano, Velletri, Zagarolo. Sono solo alcuni dei territori di competenza dello IAM (Ispettorato d’Area Metropolitana) del lavoro di Roma interessati dalla vigilanza finalizzata al contrasto del lavoro irregolare e alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori che prestano attività nei campi e negli allevamenti di bestiame.

Come rende noto l'Ispettorato nazionale del Lavoro (Inl) l’attività ispettiva del mese di settembre 2025 ha visto coinvolte più di 70 aziende agricole e ha portato al controllo di oltre 160 posizioni lavorative: 24 i lavoratori trovati a prestare attività “in nero”, di cui 13 extracomunitari privi di regolare permesso di soggiorno. 

Sono stati notificati 13 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, di cui 8 per impiego di lavoro nero e 5 per gravi violazioni in materia di sicurezza; 56 le prescrizioni notificate, prevalentemente per la omessa manutenzione delle attrezzature e degli impianti, la mancata formazione dei lavoratori e la omessa sorveglianza sanitaria.

Durante un'ispezione in un'azienda agricola nella zona di Frascati, gli ispettori hanno trovato 12 lavoratori in nero, quasi tutti extracomunitari di diverse nazionalità, di cui 5, di nazionalità asiatica, privi di permesso di soggiorno intenti nelle operazioni di vendemmia.

In un altro caso, sottolinea la nota dell'Inl, il personale ispettivo è intervenuto a seguito di un infortunio sul lavoro che ha comportato l’amputazione di una parte del dito indice destro di un bracciante agricolo: sono state riscontrate, anche in questo caso, violazioni delle norme in materia di sicurezza.

Il direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Roma - Giovanni De Paulis sottolinea "il valore sociale e non solo sanzionatorio di questa operazione, con cui si manda un segnale forte di presidio del territorio". Infatti, i provvedimenti di sospensione o di prescrizione obbligano le aziende ad apportare dei correttivi ai sistemi produttivi in essere e ad adeguarsi alla normativa, rimuovendo tempestivamente i rischi per la sicurezza. Fatti salvi, ovviamente, i provvedimenti penali immediatamente adottati nei casi più gravi. 

De Paulis sottolinea, inoltre, che "esistono aziende agricole che operano nella legalità e questo vuol dire che si può essere in regola e che non bisogna generalizzare". 

Tutte le attività produttive, aggiunge la nota dell'Inl, "devono interiorizzare il tema della sicurezza come valore e puntare sulla prevenzione e sulla formazione dei lavoratori per prevenire e ridurre quanto più è possibile gli infortuni sul lavoro". 

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EFA News - European Food Agency
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