Food&Beverage: si prospetta un anno di stagnazione
Si riducono i consumi estivi in bar e ristoranti, a causa della perdita di potere d'acquisto

L'industria del food nel suo complesso sta attraversando un nuova fase in salita. E quanto emerge dagli Stati Generali del Mercato Food & Beverage, promossi da Italgrob – Federazione Italiana dei Distributori Horeca, presso il Museo Alfa Romeo di Arese (Milano), che ha messo nuovamente a confronto distributori, ristoratori e produttori
Secondo i dati tratti dalla ricerca "Beverage, canali e consumi a confronto" a cura di Marco Colombo, Emea/Apac Media & Analytics Svp Circana, da gennaio ad agosto 2025 il mercato del beverage in Italia ha mostrato un andamento variabile e nel complesso lontano da risultati positivi. I segnali di ripresa registrati durante l’estate hanno compensato solo parzialmente l’andamento negativo dei primi mesi dell’anno, con valori sostanzialmente stabili per i Distributori di Bevande (0%), un lieve incremento per la Gdo (+0,6%) e una flessione per il Cash & Carry (-3,9%). Le previsioni per la chiusura dell’anno indicano un fatturato complessivo di 21,4 miliardi di euro, in linea con quello del 2024, con poche aspettative di migliorare il trend nell’ultimo quadrimestre. A pesare sono soprattutto il calo dell’indice di fiducia dei consumatori, in diminuzione negli ultimi tre mesi, e la continua riduzione delle visite nei canali del fuori casa.
Negli ultimi anni, il settore aveva mostrato una notevole capacità di reazione: dal 2019 la Distribuzione Bevande ha registrato una crescita di oltre il 35%, recuperando con forza dopo la crisi post-pandemica, mentre la Grande Distribuzione è cresciuta del 23%. Diversa la situazione per il Cash & Carry, che continua a mostrare difficoltà nel definire una propria identità competitiva, indebolito dalla concorrenza orizzontale e dall’assenza di una strategia di posizionamento chiara. L’effetto inflattivo ha sostenuto il valore complessivo del mercato, ma negli ultimi diciotto mesi la tendenza dei prezzi in sell-out si è stabilizzata, assorbendo gli aumenti di listino e dei costi delle materie prime.
Dal punto di vista dei volumi, la crescita complessiva nell’arco di sei anni è stata di poco superiore al 10%, ma negli ultimi tre si è praticamente fermata. Le campagne anti-alcol avviate all’inizio del 2025 hanno avuto un impatto negativo sugli acquisti di Spirits, Vino e Birra, con una domanda che non si è ancora completamente ripresa. Al contrario, l’acqua minerale ha beneficiato di una stagione estiva anticipata e più calda della media, mantenendo un trend positivo.
Sul piano delle politiche commerciali, si osserva come le strategie di prezzo e di mix dei vari canali riflettano la necessità di sostenere il fatturato in un contesto di pressione sui margini. I maggiori incrementi di prezzo hanno riguardato le bevande gassate e quelle a base di frutta, spinte dal costo delle materie prime e dalle logiche di recupero di redditività, mentre il comparto delle bollicine ha mantenuto prezzi più stabili grazie alla riqualificazione dei prodotti a più alto volume, come i fusti, che hanno permesso di ampliare la base dei consumatori.
Dall’analisi di Formind “Il consumatore fra carovita e voglia di fuori casa”, a cura di Antonio Faralla, Ceo e Founder di Formind, emerge l’esigenza primaria del consumatore di contenere il proprio budget, con un atteggiamento sobrio verso i consumi. Nel mese di settembre 2025 risulta un calo della domanda interna pari al -3,5% sul canale fuori casa da parte del consumatore residente. La domanda migliora a livello complessivo grazie al buon andamento del consumatore non residente che a settembre fa segnare un +6% rispetto allo stesso mese del 2024. A settembre 2025 il canale perde circa 13 milioni di visite dei consumatori e circa 19 milioni di atti di consumo. I momenti di consumo che perdono di più sono la cena con -13 milioni di atti e circa -4,5 milioni di visite dei consumatori, con una crescita dello scontrino medio del +46% verso la media del canale, seguita in ordine dall’aperitivo serale e dai consumi after dinner che perdono mediamente 1,5 milioni di atti ciascuno, mentre gli altri momenti si attestano mediamente intorno al -1 milione di atti per singolo momento.
Secondo la ricerca “Domanda e Offerta Away From Home: serve un nuovo punto di incontro!” a cura di Bruna Boroni, Director Industry Away From Home – TradelaLab, la domanda di consumi fuori casa non ha più il fermento e lo slancio registrati nel primo periodo post Covid. Negli ultimi 12 mesi, infatti, il mercato ha perso circa il 2% delle visite, solo in parte recuperato dalla spesa a valore (+0,7%); in estate gli Italiani hanno anche ridotto i consumi nei bar e ristoranti. I motivi sono riconducibili da un lato alla perdita di potere di acquisto dei consumatori e dall’altro a una rinnovata attenzione al benessere. È quindi necessario che l’intera filiera Afh trovi un nuovo punto di incontro con la domanda.
EFA News - European Food Agency