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Assica /2. Filiera carni-salumi genera fatturato da 48 mld euro

135mila adetti e 34mila imprese per un settore che punta a incentivare collaborazione con distributori

Il primo incontro dell’Osservatorio Assica (leggi notizia EFA News) è proseguito con la disamina dei mercati. Dopo la visione internazionale di Rabobank, è intervenuta Benedetta Brioschi (Teha – Ambrosetti): “La composizione del carrello della spesa delle famiglie italiane è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi dieci anni. I prodotti a base di carne continuano a rappresentare la principale voce di spesa, con una quota del 23%, seguiti a distanza da pane, pasta e cereali, al 17%”.

Per quanto riguarda la filiera agroalimentare, Brioschi ha confermato che “l’industria delle carni suine e dei salumi riveste un ruolo strategico per la competitività del settore. L’intera filiera – dalla produzione primaria, passando per l’industria di trasformazione, fino al commercio all’ingrosso e al dettaglio,  genera un fatturato di 48 miliardi di euro e impiega 135.000 persone in 34.000 imprese. Considerando anche gli effetti indiretti e indotti, l’impatto complessivo sul PIL raggiunge i 16,8 miliardi di euro.

Se da un lato questo quadro generale evidenzia una netta strategicità del settore per il Made in Italy, dall’altro rimarca la presenza di numerose criticità: “Il settore si presenta solido, ma esistono sfide legate al contesto geopolitico e ai cambiamenti sociali. Ogni 100 euro di consumi di carne suina e salumi, solo 5,6 euro vanno agli azionisti della filiera estesa. Per questo è fondamentale sviluppare una visione di medio-lungo termine, chiara e oggettiva, che coinvolga tutti gli attori della filiera – produttori e distributori – in un’ottica di ecosistema, al fine di continuare a rispondere alle esigenze dei consumatori”, ha concluso Brioschi.

I dati raccolti da NielsenIQ confermano la centralità del comparto salumi all’interno del reparto del fresco e il suo ruolo decisivo nel trainare le performance complessive del largo consumo. “L’analisi che abbiamo condotto ha evidenziato una categoria particolarmente sana sia in termini di giro di affari (in crescita sul 2024) che di parco acquirenti, e anche strategica per lavorare sulla frequenza delle missioni di spesa in punto di vendita. Parliamo di una categoria che incide fortemente sulla frequenza delle visite in punto vendita, perché il consumatore la percepisce come un acquisto quotidiano, legato alla tradizione e al gusto, ma anche sempre più orientato alla qualità e alla praticità”, ha affermato Romolo De Camillis (Nielsen IQ).

Accanto ai dati positivi sul fronte dei consumi, dalla analisi di Nielsen IQ emerge anche un messaggio chiaro sul piano strategico: per consolidare il trend di crescita, è necessario un approccio condiviso che coinvolga tutti gli attori della filiera. “Il comparto richiede un vero gioco di squadra tra industria e distribuzione. Lo shopper contemporaneo è più informato, esigente e attento ai dettagli: non basta avere un buon prodotto, serve costruire un’esperienza d’acquisto coerente, valorizzare i diversi canali — dal banco servito al libero servizio  e formare personale capace di raccontare il prodotto e trasmetterne la qualità”, ha concluso Tiziana Fumagalli (Nielsen IQ).

In chiusura dei lavori, il presidente Beretta, rivolgendosi alla platea di addetti ai lavori ha ribadito che “questo momento di confronto vuole essere il punto di partenza di una collaborazione tra noi e la Distribuzione. Questo settore non è privo di difetti, ma abbiamo ancora un futuro da costruire insieme!”. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del progetto europeo “Trust Your Taste, Choose European Quality”, finanziato dall’Unione Europea per valorizzare i prodotti agroalimentari di eccellenza, promuovere un consumo consapevole e informato, favorire la formazione degli operatori e un dialogo di filiera.

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EFA News - European Food Agency
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