Nespresso: quando il caffè esausto rinasce per il territorio
Dall'inizio dell'anno circa 600 ton trasformate in biogas, energia e digestato di alta qualità
Ogni tazzina di caffè può generare impatto concreto per l’ambiente e per la comunità. È questo l’intento che dal 2011 alimenta il progetto di economia circolare “Da Chicco a Chicco” di Nespresso. Ma cosa succede al caffè esausto dopo che la capsula in alluminio in cui è stato racchiuso viene mandata a riciclo? Quali sono i processi della sua trasformazione e quali i benefici lungo tutta la filiera che percorre, prima di diventare riso da donare a chi ne ha più bisogno?
Una volta raccolto, il caffè esausto trova nuova vita grazie a partner come Acqua & Sole, una delle realtà a cui Nespresso destina parte del caffè in provincia di Pavia. “Per noi, il caffè esausto non è un rifiuto, ma una risorsa preziosa", racconta Mirko Pasotti, Area Commerciale, di Acqua & Sole. "Noi, ad esempio, abbiamo ricevuto da gennaio 2025 circa 600 tonnellate di fondi di caffè, che abbiamo trasformato in biogas, energia elettrica e termica, biometano e ovviamente, digestato di alta qualità”.
Il processo, unico in Europa per dimensioni e tecnologia, trasforma in poco tempo il caffè esausto e altri scarti organici in fertilizzante naturale ricco di nutrienti come azoto, fosforo e potassio, igienizzato e privo di additivi chimici. Questo restituisce sostanza organica al terreno, aumenta la capacità di trattenere acqua, favorisce la biodiversità del suolo e riduce l’uso di fertilizzanti sintetici. È un esempio concreto di economia circolare, dove ciò che prima era scarto diventa energia, nutrimento e nuova linfa per il territorio. Nel 2024, il digestato prodotto dal caffè esausto ha supportato 95 aziende agricole in Lombardia e Piemonte, su quasi 5000 ettari coltivati.
Dal caffè esausto al terreno fertile: con il progetto Da Chicco a Chicco, Nespresso trasforma le capsule restituite dai clienti nei suoi oltre 200 punti di raccolta presenti sul territorio nazionale, tra Boutique e isole ecologiche partner, in una risorsa concreta per l’agricoltura. Il compost derivato dal caffè diventa nutrimento per la risaia Agrifan a Novara, arricchendo il suolo di sostanza organica e nutrienti essenziali, migliorandone struttura, capacità di trattenere l’acqua e biodiversità. Un gesto quotidiano che crea un impatto tangibile, trasformando uno scarto in vita e produttività per la terra.
“Un terreno più sano significa maggiore capacità di ritenzione idrica, maggiore fertilità, ricchezza di sostanza organica e di conseguenza microrganismi utili in tutti i processi che servono allo sviluppo di tutti gli elementi nutritivi”, ha dichiarato Enrico Fanchiotti, proprietario dell’azienda agricola Agrifan. “Un suolo vivo e in buona salute può aiutare nella riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti chimici e permette di preservare la biodiversità del territorio, favorendo la presenza di insetti e microrganismi che aiutano le radici a crescere forti. Questo approccio permette di gestire i terreni agricoli in maniera più intelligente e responsabile per l’ambiente”.
Il caffè esausto acquisisce così innumerevoli vite: può diventare energia, compost, digestato o biogas, ma anche nutrimento concreto sotto forma di riso che arriva alle comunità che ne hanno più bisogno, grazie alla collaborazione con Banco Alimentare e Fondazione Progetto Arca. Da quest’anno, inoltre, la collaborazione con Fondazione Progetto Arca si espande, aggiungendo alle Cucine mobili che dall’anno scorso distribuiscono il riso esito del progetto, ai Market Solidali, dove le persone che ne usufruiscono, possono scegliere i prodotti di cui hanno bisogno, riscoprendo autonomia e dignità.
“Nei nostri market, il cibo non è solo assistenza, ma uno strumento di inclusione", spiega Alice Giannitrapani di Fondazione Progetto Arca. "Attraverso i Market, abbiamo voluto cambiare prospettiva: le persone non ricevono, ma scelgono perché anche nei momenti di difficoltà, poter scegliere significa restare padroni della propria vita. È un modello che mette al centro la relazione, non la distribuzione. Oggi gestiamo 11 Market Solidali in 8 città italiane, che garantiscono annualmente oltre 19.600 spese alimentari a più di 1.600 famiglie, per un totale di 5.600 beneficiari”.
“Da Chicco a Chicco non è solo un progetto di riciclo, ma un ecosistema che genera valore concreto per le persone, la filiera e il territorio. Attraverso la collaborazione con i partner che ci supportano a livello locale, il nostro caffè diventa una risorsa fondamentale per restituire nutrimento e fertilità alla terra, sostenere l’agricoltura e produrre risorse rinnovabili, come il biogas, che contribuisce a ridurre l’impatto ambientale e ad alimentare un’economia più sostenibile. Ogni capsula riciclata diventa parte di un ciclo virtuoso che unisce innovazione, responsabilità e solidarietà: un modello di economia circolare che crea impatto concreto lungo tutta la filiera, dal terreno alla comunità", afferma Matteo Di Poce, Sustainability Specialist Nespresso Italiana.
EFA News - European Food Agency