Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Carne bovina: crisi in gran parte dell'UE (ma non in Italia)

Incremento produzione e prezzi nel Belpaese nel I° semestre /Allegato Ismea

Secondo i dati della Commissione Europea, rielaborati e diffusi da Ismea, nei primi sei mesi del 2025 la produzione di carni bovine dell'Ue si è ridotta del 3,2%, dopo il lieve recupero del 2024 (+3%). Il calo ha interessato quasi tutti i paesi, in particolare Germania e Paesi Bassi (rispettivamente -7,9% e -13%). Il settore continua a essere pesantemente influenzato da fattori sanitari che mantengono alta la tensione sui prezzi, che in media raggiungono nel mese di luglio incrementi del 30% su base annua.

In controtendenza rispetto agli altri Paesi europei, nei primi sei mesi del 2025 la produzione italiana di carne bovina ha evidenziato un incremento del 3,4% dei volumi, dopo il +6,3% del 2024, a fronte di una lieve flessione dei capi macellati. Le importazioni di broutards da ingrasso nel primo semestre 2025 si sono ridotte rispetto all'analogo periodo del 2024, soprattutto nel secondo trimestre; pertanto, si prevede una riduzione dell'offerta di vitelloni da macello negli ultimi mesi dell'anno.

Nei primi sei mesi del 2025 è proseguita la crescita dei prezzi all'origine dei vitelloni da macello, seppur in misura più contenuta (+20% rispetto al primo semestre 2024) e graduale rispetto a quella dei ristalli (+26%); ad agosto il prezzo dei vitelloni è stato al di sopra del 25% rispetto a quello di agosto 2024. Anche i prezzi all'ingrosso per le carni di vitellone hanno seguito un andamento di costante crescita rispetto ai valori di inizio anno, con un incremento del 10% su base annua nel primo semestre 2025.

Nei primi sei mesi del 2025 le importazioni di bovini da allevamento (per il 77% giovenche e broutards) si sono ridotte del 4,4% dopo l'aumento dell'11% nel 2024. Il calo è legato all'aumento dei prezzi e alla ridotta disponibilità di capi da ingrasso in Francia, dovuta alla diminuzione delle vacche nutrici e ai problemi sanitari. La domanda per questi animali è in crescita, anche da parte degli stessi allevatori francesi, che puntano sull'ingrasso locale. Ci sono i primi segnali di diversificazione dei fornitori, con un incremento delle importazioni da Repubblica Ceca (+33%), Irlanda (+20%) e Polonia (+2%) a sostituzione degli arrivi dalla Francia. Sul fronte delle carni, le importazioni in volume dopo il +4,6% del 2024, nel primo semestre 2025 sono diminuite del 2% su base annua. La flessione è sintesi di un calo delle fresche (-3,6%) e di un incremento delle congelate (+7,2%). Per le carni fresche, crescono le importazioni da Polonia e Francia, mentre calano quelle da Spagna e Irlanda. Per le congelate, aumentano i volumi da Argentina e Uruguay, mentre diminuiscono quelli dal Brasile, che resta comunque il principale fornitore con oltre il 50% delle carni congelate importate.

Nel primo semestre del 2025 le quantità di carni bovine acquistate dalle famiglie italiane sono leggermente diminuite rispetto ai primi sei mesi del 2024 (-0,4%), proseguendo sulla scia del 2024(-0,8%). La spesa destinata al segmento nello stesso periodo è aumentata del 7,7%, spinta dalla crescita dei prezzi medi (+8,1%). Le carni rappresentano un'importante voce nella lista della spesa alimentare delle famiglie italiane. In particolare, le bovine, che rappresentano in volume il 29% delle carni nel carrello, da sempre hanno il prezzo più elevato tra le carni. Da un lato la ricerca di proteine nobili sta prendendo sempre più piede, dall'altro il fattore prezzo continua giocare un ruolo determinante, a sfavore delle referenze bovine, che sono le uniche a segnare una lieve perdita dei volumi a fronte di suine ed avicole che invece crescono.

In allegato a questa EFA News il testo integrale del rapporto Ismea sulle tendenze del bovino da carne.

Allegati
lml - 55006

EFA News - European Food Agency
Simili