Pomodoro/2. Mutti, la chiave del successo
Intervista esclusiva con Massimo Perboni, direttore dipartimento agricolo
Nel giorno della pubblicazione dei numeri sul settore, a cura di Anicav, l'associazione degli industriali produttori di pomodoro (vedi articolo di EFA News), uno dei più importanti operatori del settore ci offre una lettura privilegiata del mercato. Massimo Perboni, direttore Agricolture Mutti, in questa lunga intervista a EFA News, illustra i motivi del successo del gruppo e le mosse future in un contesto complicato.
Quanto pesa la fidelizzazione dei fornitori nel successo del vostro prodotto?
La fidelizzazione della filiera – mi riferisco in particolare ai nostri fornitori agricoli - è per noi una condizione assolutamente imprescindibile e rappresenta una delle fondamenta del successo di Mutti, che da oltre 125 anni si occupa della trasformazione del pomodoro. La relazione con i nostri fornitori – che selezioniamo in base a una serie di specifici criteri - è di lunga durata e la consideriamo un progetto a lungo termine che si basa su rapporti diretti, durevoli e trasparenti, costruiti sulla fiducia e il rispetto reciproci. Questo modello ci ha permesso di intessere e mantenere una relazione con circa 800 famiglie di coltivatori conferitori, molti dei quali lavorano con noi da decenni.
Il dipartimento agricolo Mutti che guido mantiene rapporti costanti e diretti con ciascuno di loro, questo perché riteniamo fondamentale che ci siano dialogo e sinergia costanti, necessari anche per affrontare, insieme, le situazioni più sfidanti, come la campagna particolarmente complessa del 2024 - che ha messo duramente alla prova il comparto agricolo per via delle condizioni climatiche avverse - e trovare soluzioni per rialzarci e lavorare insieme con più efficacia - come accaduto nella campagna di lavorazione del pomodoro di quest’anno, conclusasi a ottobre. Per noi un concetto fondamentale è quello del riconoscimento. La qualità superiore della materia prima conferita e l’impegno degli agricoltori vanno valorizzati e premiati in modo concreto e significativo. È per questo che Mutti ha riconosciuto ai propri conferitori un prezzo per il pomodoro superiore del 10% rispetto alla media di mercato, per un totale di oltre 9 milioni di euro distribuiti lungo tutta la filiera nel 2025. Abbiamo anche riconosciuto contributi fino al 20% in più per il prodotto precoce e tardivo, un investimento mirato ad assicurare la massima qualità lungo tutta la stagione.
In più premiate i più virtuosi.
Durante il Premio “Pomodorino d’Oro Mutti", giunto quest'anno alla sua 26esima edizione, abbiamo riconosciuto questo impegno degli agricoltori e premiato i migliori conferitori in quattro categorie: pomodoro tondo, datterino, lungo e ciliegino. Non sono stati solo i quattro vincitori assoluti a ricevere un riconoscimento, ma ben 68 agricoltori, i migliori della filiera, hanno beneficiato di un'ulteriore maggiorazione economica sui volumi consegnati, proporzionalmente alla loro posizione in classifica. Le premialità si basano su criteri rigorosi, che nel 2025 hanno dato particolare rilievo alla capacità di garantire una continuità qualitativa lungo tutta la stagione, soprattutto nelle fasi iniziali e finali.
Quali sfide deve affrontare la filiera del pomodoro da industria per mantenersi al primo posto nel mondo per qualità e sostenibilità?
La sfida principale e più urgente che la filiera del pomodoro da industria deve affrontare oggi è senza dubbio il cambiamento climatico. Coltivando il pomodoro a cielo aperto si è direttamente esposti agli eventi estremi, e in queste condizioni diventa ancor più difficile lavorare e mantenere gli alti standard qualitativi e di sostenibilità distintivi. Serve un approccio sempre più attento e competente all'agricoltura e sono convinto che, in questo contesto, dobbiamo essere estremamente abili nel cogliere ogni opportunità per mitigare – per quanto possibile - gli impatti del cambiamento climatico.
Ci sono ad esempio tecnologie che possono offrire vantaggi alla filiera. L’innovazione nell’agricoltura, infatti, ci può aiutare ad approfondire la conoscenza di ciò che succede alle piante di pomodoro e intervenire tempestivamente dove necessario, e penso che continuare a investire in questa direzione sia estremamente importante per il futuro del comparto agricolo. Come Mutti sosteniamo quindi questa necessità, promuovendone lo sviluppo. A titolo esemplificativo, l’anno scorso, in collaborazione con IMEM-CNR, abbiamo svolto la prima sperimentazione di monitoraggio sulle piante di pomodoro attraverso Bioristor, un innovativo sensore che, applicato direttamente sul fusto, è in grado di monitorare in tempo reale la salute delle piante, analizzandone i processi fisiologici fondamentali e comunicando direttamente con gli agricoltori grazie all’energia fotovoltaica e al sistema di connessione IoT.
Le rese recentemente sono state inferiori alla media storica: quali strategie sono possibili per incrementare?
Le rese sono state effettivamente inferiori alla media storica e la ragione principale, come accennavo, risiede in primis nelle condizioni climatiche. Le temperature estreme di fine giugno hanno generato aborti fiorali impattando negativamente le quantità di pomodoro raccolte tra metà agosto e metà settembre. La risposta a queste sfide non può che venire dalla ricerca e dall'innovazione, e dalla sinergica collaborazione tra gli attori filiera. Supportiamo le case sementiere in questa direzione e, allo stesso tempo, puntiamo molto sulle tecnologie a supporto dell'agricoltura di precisione, come la già menzionata sperimentazione del Bioristor.
Nel 2025, grazie a una programmazione virtuosa e agli investimenti in filiera e grazie a un grande impegno da parte degli 800 agricoltori con cui collaboriamo, ci ha permesso di lavorare oltre 728 mila tonnellate di pomodoro, il volume più alto mai raggiunto, e di ottenere un livello medio del grado Brix eccezionale. È stato un risultato corale e straordinario che ha permesso di riequilibrare la difficile situazione del 2024, quando un ammanco del 20% in termini quantitativi aveva causato una quasi totale rottura di stock.
Avete in cantiere operazioni di acquisizione? Da tempo l'azienda cresce solo organicamente.
Al momento non abbiamo in previsione operazioni di acquisizione. Negli ultimi anni la nostra strategia di crescita si è concentrata prevalentemente sullo sviluppo organico e sul rafforzamento della nostra struttura produttiva italiana.
Come sta andando l'esercizio in corso da un punto di vista dei numeri?
L'esercizio in corso sta dimostrando la solidità e la dinamicità di Mutti. Possiamo dire che l'azienda è sana e continua a crescere, tanto che nel 2024 abbiamo raddoppiato il fatturato rispetto a cinque anni fa. Il 2024 si è chiuso con un fatturato complessivo di 703 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto all'anno precedente. Le vendite hanno raggiunto le 371 mila tonnellate, con un incremento del 6,6% sul 2023. Il 2025 si è aperto positivamente. Abbiamo lavorato oltre 728 mila tonnellate di pomodoro, un volume record nella storia dell'azienda. Non solo la quantità, ma anche la qualità è stata eccellente: il livello medio del grado Brix, indicatore di dolcezza e intensità di sapore, è stato il più elevato di sempre. Questo risultato straordinario, frutto di una programmazione virtuosa e di un aumento del 10% dell'ettarato dedicato al pomodoro nel Nord Italia, ha permesso di riequilibrare la complessa situazione del 2024.
E l'estero come sta andando?
La crescita di Mutti prosegue anche a livello internazionale. Nel 2025 abbiamo inaugurato Mutti Poland, la settima filiale commerciale, che presidia lo sviluppo dei mercati dell'Est Europa. La quota export continua a essere significativa, raggiungendo il 59% delle vendite complessive a valore nel 2024, con l'Europa che rappresenta l'80% del fatturato totale.
Quanto e come stanno impattando le dinamiche dei dazi Usa sul business?
Per Mutti, gli USA rappresentano un mercato importante: nel 2024, il fatturato locale è stato di 25 milioni di euro, corrispondente a circa il 10% dei nostri ricavi totali dall'export. Siamo la prima marca italiana di pomodoro negli USA e abbiamo costruito un segmento di mercato premium per consumatori che scelgono Mutti per la qualità e i valori che rappresentiamo. Le dinamiche dei dazi USA di questi mesi hanno certamente creato un contesto di grande incertezza, che per sua natura è la nemica dell'economia. L’accordo finale dei dazi è stato, alla fine, meno sostanziale di quanto all’inizio si temesse, ma più che i dazi bisogna tenere in considerazione l’impatto ben più importante che ha avuto la svalutazione del dollaro. Una serie di dinamiche che hanno reso la situazione ancor più complessa, in un contesto geo-politico tutt’altro che semplice.
Avete in programma di entrare in nuovi mercati?
Il focus principale del nostro percorso di crescita per il futuro è l'Europa. Proprio quest'anno, come detto, si è aperto con l'inaugurazione di Mutti Poland, la nostra settima filiale commerciale che ci consente di rafforzare ulteriormente la nostra leadership nel continente. Siamo già leader in otto Paesi europei: Italia, Francia (dove nel 2024 abbiamo superato per la prima volta i 100 milioni di euro di fatturato), Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Slovenia e Paesi Bassi. In Germania, inoltre, abbiamo registrato una crescita del 39% nel 2024, affermandoci come la seconda marca. Al di fuori del perimetro europeo, stiamo continuando il nostro sviluppo su mercati chiave. Siamo leader di mercato in Australia, con una quota del 22,5% e un fatturato di 46 milioni di euro nel 2024. Negli Stati Uniti, nonostante le sfide legate ai dazi, il fatturato locale è cresciuto del 32% nel 2024, raggiungendo i 25 milioni di euro, e stiamo proseguendo la nostra crescita anche in Canada.
EFA News - European Food Agency