Istat, "meno accentuato" il calo della produttività del lavoro
Crescita del valore dei settori beni e servizi, calo in volume: +1,5% la produttività del lavoro in agricoltura, silvicoltura e pesca/Allegato
Nel 2024 la crescita del valore aggiunto dei settori che producono beni e servizi di mercato (+0,4%), misurata in volume, è in decelerazione rispetto al 2023 (+0,8%). Il tasso di crescita del capitale (+0,5%) mostra una lieve diminuzione rispetto al 2023, anche se crescono in maniera sostenuta sia l’input di capitale ICT che quello immateriale non-ICT. L’input di lavoro, misurato in ore lavorate, aumenta del 2,3%, in rallentamento rispetto al 2023 (3,4%). Lo sottolinea l'Istat nel report di oggi dal titolo Misure di produttività anni 1996-2024.
Tutti gli indicatori di produttività risultano in flessione. La produttività del lavoro diminuisce dell’1,9% (-2,7% nel 2023) per effetto di un aumento delle ore lavorate maggiore del valore aggiunto. Questa riduzione è principalmente determinata dalle marcate flessioni nella produttività del lavoro in alcuni comparti dei servizi.
La produttività del capitale mostra un lieve rallentamento (-0,1%), mentre si riduce sensibilmente (-1,2% da -1,6% nel 2023) la produttività totale dei fattori (PTF) che riflette progresso tecnico, cambiamenti nella conoscenza e variazioni nell’efficienza dei processi produttivi. L’ampia diminuzione della produttività del lavoro è determinata prevalentemente dalla sensibile flessione della PTF.
La produttività, sottolinea l'Istat, "è comunemente definita come il rapporto tra il volume dell’output e degli input che concorrono alla sua realizzazione". Essa misura l’efficienza dell’impiego nel processo di produzione dei fattori primari, lavoro e capitale, ed è considerata un indicatore chiave di crescita economica e competitività, anche ai fini della valutazione della performance economica nei confronti internazionali.
La produttività del lavoro è data dal rapporto tra valore aggiunto e ore lavorate; la produttività del capitale è misurata dal rapporto tra valore aggiunto e input di capitale, calcolato come flusso di servizi produttivi forniti dallo stock esistente per le diverse tipologie di capitale. La PTF, la Produttività totale dei fattori, è calcolata come rapporto tra l’indice di volume del valore aggiunto e l’indice di volume dei fattori primari: misura gli effetti del progresso tecnico e di altri fattori propulsivi della crescita, tra cui le innovazioni nei processi produttivi, i miglioramenti nell’organizzazione del lavoro e delle tecniche manageriali, i miglioramenti nell’esperienza e nel livello di istruzione della forza lavoro.
Nel 2024, l’insieme dei settori rappresenta circa il 71% del valore aggiunto complessivo e l’83% del totale delle ore lavorate. Sempre nel 2024 la produttività del lavoro è diminuita sensibilmente nei settori dell’Istruzione, sanità e assistenza sociale (-8,8%), delle Attività artistiche e di intrattenimento e delle riparazioni (-5,6%) del Commercio, trasporti, alberghi e pubblici esercizi (-2,5%), delle costruzioni (-1,5%) e delle Attività professionali (-1,4%). Più contenuto il calo della produttività del lavoro nel settore dell’Industria in senso stretto (-0,7%).
La produttività del lavoro cresce invece nei settori dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca, delle Attività finanziarie e assicurative (per entrambi +1,5%) e dei Servizi di informazione e comunicazione (+0,7%).
Le misure di produttività sono riferite agli anni 1995-2024 e, laddove significative, a sottoperiodi caratterizzati da dinamiche di espansione e/o contrazione dell’attività economica. I risultati relativi al 2024 sono preliminari in quanto basati su fonti informative ancora parziali.
Nel 2024 la produttività del lavoro diminuisce dell’1,9%, come risultato di un incremento delle ore lavorate più intenso di quello del valore aggiunto (rispettivamente +2,3% e +0,4%). La dinamica negativa della produttività segue il forte calo della stessa registratosi nel 2023 (-2,7%).
Nell’intero periodo 1995-2024 la produttività del lavoro ha registrato una crescita media annua dello 0,3%, derivante da un incremento medio del valore aggiunto pari allo 0,9% e delle ore lavorate pari a +0,6%.
Tra il 2009 e il 2014 la produttività del lavoro è cresciuta dell’1%, per effetto di una riduzione delle ore lavorate (-1,2%) più ampia di quella del valore aggiunto (-0,3%).
Nel periodo più recente, 2014-2024, la dinamica positiva del valore aggiunto e delle ore lavorate, con incrementi medi pari, rispettivamente, a +1,6% e +1,4%, ha determinato una crescita della produttività del lavoro media del periodo dello 0,3%.
Nel periodo 1995-2024, la crescita media annua della produttività del lavoro in Italia (+0,3%) è stata decisamente inferiore a quella sperimentata nell’Ue27 (+1,5%) (Figura 1). Tassi di incremento più in linea con la media europea sono stati registrati dalla Francia (+1,0%) e dalla Germania (+1,2%). Anche la Spagna registra un tasso di crescita (+0,5%) più basso della media europea, ma lievemente superiore a quello dell’Italia.
Nel periodo 1995-2024 i settori di attività economica che hanno registrato i tassi di crescita medi annui più elevati della produttività del lavoro sono stati i Servizi d’informazione e comunicazione (+1,7%), il Commercio, trasporti, alberghi e pubblici esercizi (+0,9%), l’Agricoltura (+0,8%) e le Attività finanziarie e assicurative (+0,8%).
Variazioni negative hanno caratterizzato invece i settori dell’Istruzione, sanità e servizi sociali (-1,5%), delle Attività professionali (-1,3%), delle Costruzioni (-0,6%) e quello degli Altri servizi (-0,1%). Il comparto dell’Industria in senso stretto ha segnato un incremento medio annuo dello 0,6%.
In allegato a questa EFA News il testo integrale della pubblicazione Istat.
EFA News - European Food Agency