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Trentingrana: la stagionatura va in miniera

Trentamila forme matureranno nel cuore delle Dolomiti

Trentingrana Gruppo formaggi del Trentino è tra le aziende presenti a Cibus 2022, dove ha annunciato una grande novità. È partita la sperimentazione di stagionatura per 160 forme di Trentingrana che da oggi riposano all’interno della montagna, nelle cave di dolomia del Gruppo Miniera San Romedio, a oltre 200 metri sotto il suolo, nell’area delle Dolomiti di Brenta. 

La fase sperimentale precorre un progetto di conservazione e stagionatura ipogea per circa 30 mila forme ed è sviluppata in collaborazione con il Gruppo Miniera San Romedio, che ha scelto di ottimizzare i propri scavi nell’ottica di una progettualità legata alla conservazione in ambiente ipogeo, in condizioni di microclima controllato, di prodotti alimentari e non. “Un progetto fortemente voluto per la salvaguardia del territorio che, nell’utilizzare in maniera sostenibile la nostra montagna, mira alla tutela dell’ambiente epigeo, rafforza la sinergia tra realtà agroalimentari trentine e dà un impulso innovativo al ‘rispetto’ che da sempre definisce e contraddistingue il nostro modo di produrre formaggi”, ha dichiarato Anna Rizzi, responsabile marketing Trentingrana, ai microfoni di EFA News

“La sperimentazione di Trentingrana in una cava ipogea è la prima in assoluto per un formaggio Dop del nostro segmento: si tratta di un progetto ambizioso, perché alla conservazione del prodotto si combina la sua stagionatura, la fase più delicata ed essenziale che porta alla maturazione del formaggio e quindi alla formazione di quell’equilibrio organolettico di sapori e profumi che conferiscono unicità al nostro Trentingrana”, continua Rizzi.

Nella miniera San Romedio sono conservate ad oggi le mele Melinda e gli spumanti Altemasi Trentodoc. Le condizioni delle grotte, inoltre, rappresentano un presupposto ideale per ridurre i consumi di energia: l’ammasso roccioso è un isolante naturale le cui proprietà termiche aumentano con il tempo, a differenza di quanto accade per i magazzini tradizionali, e l’ambiente sotterraneo non è soggetto ai picchi di temperatura che si verificano nei periodi estivo e invernale (la temperatura in sotterraneo è costante durante tutto l’anno ed è pari a circa 12 gradi). 

Si prospetta dunque un risparmio di energia nel raffreddamento e riscaldamento dei magazzini di stagionatura tradizionali, che potrà essere verificato e quantificato nel corso della sperimentazione. L’obiettivo è di arrivare a circa 30.000 forme di Trentingrana stoccate entro il 2025 rispetto alle 100.000 conferite annualmente dai caseifici associati. La sperimentazione, inoltre, potrà aprire le porte ad ulteriori test dei prodotti caseari a pasta dura e semidura della gamma del Consorzio, come ad esempio il Mezzano Trentino delle Dolomiti e il Vezzena del Trentino.

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EFA News - European Food Agency
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