Salute: il potere antinfiammatorio delle mele
Una ricerca del Dipartimento di Medicina traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara
Stando a quanto emerso da un recente studio italiano coordinato dalla Prof.ssa Barbara Zavan, del Laboratorio di Medicina Rigenerativa del Dipartimento di Medicina traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara, sembrerebbe che le mele siano in grado di dialogare direttamente con le cellule dell’organismo umano, contrastando l’infiammazione. La scoperta è stata fatta da un team di otto ricercatori di cui fa parte anche Luca Lovatti del reparto ricerca e sviluppo di Melinda. Gli autori hanno prima trovato conferma a un fatto già noto, ossia che le mele contengono piccole vescicole di dimensioni nanometriche, gli esosomi. Hanno estratto dalle Golden Delicious queste nanovescicole, le hanno analizzate e ne hanno testato l’effetto biologico sui macrofagi umani, cellule coinvolte nella risposta immunitaria contro le infezioni. Hanno così scoperto che gli esosomi delle mele vengono inglobati dai macrofagi e ne promuovono il differenziamento da una forma che genera infiammazione a una che invece la contrasta. Attraverso una serie di meccanismi molecolari, dunque, arrivano a sostenere i processi antinfiammatori.
"Abbiamo sempre pensato che le mele e la frutta in generale fossero alleate della salute perché ricche di sostanze benefiche che in modo passivo favoriscono il corretto funzionamento del nostro organismo, come fibre e polifenoli. Invece, ora abbiamo scoperto che la loro “bontà” non si limita a questo: è stata una sorpresa notare che invece sono in grado di dialogare direttamente con le nostre cellule e di “riprogrammarle”, favorendo lo spegnimento dei processi infiammatori e l’attivazione di quelli anti infiammatori", ha spiegato la professoressa Barbara Zavan.
Lo studio "An Apple a Day Keeps the Doctor Away: Potential Role of miRNA 146 on Macrophages Treated with Exosomes Derived from Apples", autori: Martina Trentini, Federica Zanotti, Elena Tiengo, Francesca Camponogara, Margherita Degasperi, Danilo Licastro, Luca Lovatti and Barbara Zavan, è stato pubblicato in Biomedicines 2022, 10(2), 415.
Allo stato attuale delle conoscenze, non si sa quale sia la quantità minima di esosomi, e quindi di mele, necessaria per innescare le reazioni a catena sul sistema immunitario e se questo effetto avvenga anche su altre cellule. Proprio per trovare una risposta a queste e ad altre domande, la ricerca continuerà nel prossimo triennio, coinvolgendo anche altre varietà di mela coltivate in Val di Non.
EFA News - European Food Agency