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CLARA MOSCHINI

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Ortofrutta in lotta contro lo spreco alimentare

Focus su economia circolare nella nuova puntata di "La natura dal campo alla tavola"

Creare sistemi agroalimentari sostenibili non è affatto semplice: il mondo dell'ortofrutta vanta tante esperienze che danno una seconda vita ai prodotti. Si è parlato di "economia circolare per creare valore" nell’ottava puntata del ciclo "la natura dal campo alla tavola" in onda su 7 Gold. Un esempio concreto arriva dalla filiera del fico d'India. Se la versatilità della polpa del frutto è ben conosciuta per via delle sue proprietà nutraceutiche e nutrizionali, si apre un vero e proprio mondo quando si parla dell’utilizzo degli scarti della pianta.

“Non c'è una sola parte di questa pianta che noi non riutilizziamo: dal fiore al cladoide, dalla buccia al seme", ha affermato Salvatore Rapisarda, direttore del Consorzio Euroagrumi Op di Biancavilla (Catania). "Oggi siamo riusciti ad azzerare del tutto gli scarti. Abbiamo già ottenuto dei piatti biodegradabili dalle pale di fico d'India da usare a tavola. Si tratta di un progetto di ricerca portato avanti in collaborazione con alcune università”. Sandro Colombi, direttore di Lamboseeds, ha ricordato come la “ricerca sta andando sempre di più nella direzione di selezionare varietà di verdure più resistenti alle malattie e adattabili a climi aridi, ragionando in un’ottica di acqua sempre meno disponibile e quindi irrigazioni con frequenze minori. Ma non è facile, specialmente utilizzando le tecniche tradizionali e non gli Ogm”.

Il tecnico Stefano Pazzagli ha descritto come un’azienda di lavorazione delle verdure come Sipo di Bellaria Igea Marina (Rimini) vada a riutilizzare le proprie acque per ridurre al minimo gli sprechi. “L’acqua usata per lavare le verdure viene poi depurata in una vasca di stoccaggio e fatta ulteriormente decantare in un laghetto aziendale. Da qui viene usata di nuovo per irrigare e, quella non utilizzata, torna al mare”.

Riguardo ai costi del packaging sostenibile, vale a dire riciclabile e non di origine plastica, l’esperto Giampaolo Ferri ha detto che “La Gdo deve farsi carico, almeno in parte, dei maggiori costi di questi packaging. Non possono essere sostenuti solo dalle aziende confezionatrici. D’altro lato la Gdo non può neppure ‘caricare’ troppo i costi, perché altrimenti andrebbero a pesare tutto sul consumatore finale”. È intervenuto anche Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco alimentare Onlus. Nel 2021 con la colletta sono state raccolte 7.000 tonnellate di cibo, l’equivalente di 14 milioni di pasti nonostante i disagi dovuti al maltempo in numerose località.

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EFA News - European Food Agency
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