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Vini, spiriti e aceti: un 2022 all'insegna dell'incertezza

L'assemblea Federvini delinea l'andamento del settore e le prospettive per il futuro/Allegato

Tra le principali preoccupazioni emerse: inflazione e guerra, disoccupazione e cambiamento climatico. A tal proposito "rilancio, internazionalizzazione e reputazione" sono le parole chiave che hanno fatto da fil rouge durante l’incontro.

L’incertezza domina sovrana nel 2022, impattando sulle aspettative dei vini, dei distillati, dei liquori, degli aperitivi e degli aceti per i prossimi mesi. Nel sondaggio promosso dall’osservatorio Federvini le cifre parlano chiaro: le principali preoccupazioni sono inflazione e guerra, seguite a ruota da disoccupazione e cambiamento climatico. Da qui la necessità di reagire in tempi rapidi e con proposte specifiche. A questo proposito "rilancio, internazionalizzazione e reputazione" sono le parole chiave che hanno fatto da fil rouge durante l’assemblea dell'associazione tenutasi oggi 8 giugno a palazzo Rospigliosi a Roma. Ognuna delle tematiche è stata approfondita in un Panel dedicato, e discussa con il contributo di ospiti istituzionali.

Secondo i risultati degli studi dell’osservatorio, in collaborazione con Nomisma e Tradelab, l’export è cresciuto nei primi quattro mesi del 2022 nei principali mercati di destinazione: +12% per il settore vini, +45% per il settore spirits e +4,1% per il settore degli aceti. Il mercato interno invece comincia a risentire del peggioramento della situazione economica. Non è quindi un caso che le vendite al dettaglio in Italia siano in calo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del -9,6% per i vini, del -5% per gli spiriti e del -4,3% per gli aceti. Crescono, invece, i consumi fuori casa di vini e spiriti, in ragione di una dinamica largamente condizionata dall’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, anche se va evidenziato che il settore è ancora distante dai valori raggiunti nel 2019.

“E’ un momento di grande incertezza da mesi segnalavamo il peggioramento della situazione e oggi cominciamo a trarne le prime conseguenze. È necessario un confronto aperto e trasparente con il Governo e le filiere produttive: nessun settore si salva da solo. Noi chiediamo interventi di struttura e misure di mercato, in termini di semplificazioni, promozione e supporto a lungo termine per il nostro export”, afferma Micaela Pallini, il presidente di Federvini, ai microfoni di EFA News

Il dibattito sul mercato interno, nel panel “Italia” presieduto da Albiera Antinori, presidente del Gruppo vini di Federvini, si è concentrato sulle proposte di rilancio necessarie a sostenere i settori in una fase congiunturale estremamente delicata. L'associazione ha sottolineato l’esigenza di intervenire su questioni normative non più rimandabili, lo snellimento degli oneri burocratici e gli incentivi di natura fiscale, con l’obiettivo di migliorare la competitività delle aziende italiane sul mercato estero. “Sulle semplificazioni possiamo fare molte cose. Due esempi? In Italia dovremmo completare il processo di digitalizzazione del settore vino, collegando lo schedario viticolo al registro telematico. In Europa occorre completare l’armonizzazione del mercato interno sulle vendite a distanza, oggi rese difficoltose dagli adempimenti burocratici in essere che rendono davvero complicato il commercio elettronico dei nostri prodotti. L’altro punto è spingere ancora di più sul tema promozione, con un migliore coordinamento nazionale e focalizzando meglio gli investimenti sui mercati per noi chiave”, ha commentato Antinori

I temi della sostenibilità, economica, sociale e ambientale, sono stati affrontati nel panel presieduto dal presidente del Gruppo spiriti di Federvini, Giuseppe D’Avino. “La lotta contro ogni forma di abuso dei nostri prodotti deve abbinarsi con la difesa di un consumo moderato e responsabile, in linea con la tradizione italiana basata sulla Dieta mediterranea e su uno stile di vita improntato alla sana socialità e convivialità", ha dichiarato D’Avino. "È necessario che su questo fronte il Governo e il sistema Paese facciano quadrato. Purtroppo, non mancano proposte demonizzanti e radicali che puntano a colpire indiscriminatamente i nostri prodotti, attraverso l’apposizione di messaggi terrorizzanti in etichetta, forme di tassazione ancora più elevate e divieti di promozione, tutte misure che arrecherebbero gravi danni ai nostri prodotti e ai nostri territori, già provati dalle crisi di questi anni, senza apportare consistenti benefici alla lotta contro l’abuso, che resta il nostro obiettivo primario”.

Nel panel “Europa” presieduto da Giacomo Ponti, presidente del Gruppo aceti di Federvini, si è dibattuto in primo luogo il tema della difesa del patrimonio enogastronomico italiano dai tentativi internazionali di imitazione e revisione. In secondo luogo, dell'esigenza di avere un supporto delle istituzioni per difendere l’interesse nazionale e sviluppare nuove opportunità di business per le aziende dei comparti interessate ad accrescere la fidelizzazione del consumatore. “Riteniamo che la tutela delle indicazioni geografiche debba essere una delle priorità fondamentali del Governo Italiano. Quanto accaduto con il caso Prosek e il caso dell’aceto balsamico sloveno ci mostra come, anche in Europa, non manchino attacchi ai nostri prodotti di punta. Ci auguriamo che in tutte le sedi i nostri rappresentanti difendano fermamente questo principio. Sul caso sloveno purtroppo stiamo ancora aspettando che il Governo dia il via libera all’apertura del contenzioso con la Slovenia, che in questi mesi ha già immesso nel mercato prodotti etichettati come 'aceto balsamico'", ha concluso Ponti.

Il report dell’osservatorio Federvini sull'andamento del settore in allegato a questa EFA News

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EFA News - European Food Agency
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