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CLARA MOSCHINI

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Nomisma traccia la mappa dei lavoratori agricoli in Italia

Sono 1.088.034 i dipendenti in agricoltura tra full time, part time e stagionali


Operaio a tempo determinato, maschio, con oltre 35 anni di età. È l’identikit del dipendente agricolo in Italia secondo l’Osservatorio Eban sul lavoro agricolo curato da Nomisma. In Italia, secondo l'indagine, sono 1.088.034 i dipendenti in agricoltura tra full time, part time e stagionali: in maggioranza (68%) sono di genere maschile. Le aziende che occupano manodopera dipendente agricola sono 183.057: si tratta del 26% delle 703.316 aziende agricole attive in Italia iscritte alle camere di commercio. 

Nel settore primario prevale nettamente l’impiego degli operai: sono, infatti, il 96% sul totale dei dipendenti, contro l’86% del turismo, il 78% delle costruzioni e il 64% del manifatturiero e contro una media nazionale del totale economia pari al 55%.

La manodopera agricola è per la stragrande maggioranza impiegata con contratto a tempo determinato (90%), contro una media nazionale del totale economia decisamente più contenuta (30%). Quanto lavora ogni giorno un operaio occupato a tempo indeterminato in agricoltura? In termini di giornate di lavoro medie il valore è pari a 251, di poco superiore alla media nazionale che è 242.

La pandemia ha prodotto i suoi effetti anche nel settore agroalimentare: nel 2020, infatti, il numero di operai in agricoltura è calato dello 0,7% rispetto all’anno precedente, così come anche il numero delle giornate lavorate (-1,3%). Una dinamica che ha interrotto un periodo positivo di crescita: nei dieci anni 2010-2020, infatti, si è registrato un incremento del 2% degli operai e del 6% delle relative giornate lavorate. 

Si rafforza, invece, la componente degli stagionali grazie alla crescita della presenza di lavoratori stranieri: la stima di Nomisma per quanto riguarda il numero di lavoratori dipendenti stranieri regolari (iscritti all’Inps) in agricoltura è pari a 329.894, con un’incidenza sul totale in Italia pari al 31%. 

L’agricoltura detiene, infatti, una quota rilevante di manodopera straniera presente nel Paese rispetto agli altri settori economici privati: l'8% del totale lavoratori non comunitari e l'11% di quelli comunitari. Nel periodo 2010-2020 la crescita è stata molto elevata per i lavoratori stranieri non comunitari: +85%. Viceversa, dopo un lieve aumento nel periodo 2010-2015, la componente comunitaria mostra complessivamente nel 2010-2020 una consistente riduzione, pari al -32%. 

Tra i fattori che hanno contribuito al calo, Nomisma segnala la difficile situazione legata alla pandemia, che ha ostacolato i movimenti Italia-estero ed anche all’interno delle penisola. Per effetto della forte crescita, i lavoratori non comunitari sono la maggioranza fra gli stranieri: 67% sul totale stranieri, rispetto ai comunitari. 

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EFA News - European Food Agency
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