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Gorillas nella nebbia

La società tedesca di food delivery lascia l'Italia dopo 13 mesi e licenzia 540 dipendenti

Inaccettabile. È con questo termine che Fit-Cisl definisce la decisione del food delivery tedesco Gorillas di abbandonare da oggi, 4 luglio, l'Italia lasciando a casa 540 lavoratori. In una nota diramata sabato 2 luglio, il sindacato specifica che "Gorillas, dopo aver sottoscritto, il 29 aprile scorso, l’accordo per inquadrare i rider con il Ccnl di settore della logistica, trasporto merci e spedizione, ha annunciato che, dal 4 luglio, avvierà le procedure di licenziamento di 540 fra lavoratrici e lavoratori, impiegati attualmente nelle città di Roma, Firenze, Milano, Bergamo e Torino, mettendo in liquidazione la società". Sipario quindi su un modello di business che Gorillas aveva portato all'esasperazione, garantendo consegne di alimenti- anche minime - entro pochi minuti.

Questo episodio, scrive ancora il sindacato "ripropone il dibattito su come tali piattaforme di food delivery si insedino nel nostro Paese, in assenza di chiare e definite regole che tutelino le lavoratrici e i lavoratori. Siamo certi -prosegue Fit-Cisl- che il ministero del Lavoro si interesserà alla vicenda: nei prossimi giorni, chiederemo un incontro ufficiale al ministro Andrea Orlando per affrontare l’incresciosa questione".

"Auspichiamo che Gorillas abbia un ravvedimento operoso -dice ancora il sindacato-. Il 4 luglio, cioè oggi, anziché avviare le procedure di licenziamento collettivo con la messa in liquidazione dell’azienda, che determinerebbe grossi danni al personale impiegato e alle famiglie, auspichiamo che l'azienda apra un tavolo di contrattazione con il sindacato per esplorare tutte le possibilità alternative, affinché vengano salvaguardati i livelli occupazionali e il reddito delle 540 persone".

Tra l'altro, Gorillas era entrata in Italia solo 13 mesi fa: pochi giorni addietro, ossia il 24 maggio, il ceo e cofondatore, Kagan Sumer, annunciando le difficoltà competitive riscontrate su alcuni mercati, aveva detto che l’azienda avrebbe fatto leva soprattutto sulle proprie nazioni chiave, ossia Germania, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti e che, comunque, avrebbe studiato tutte le soluzioni possibili per restare anche negli altri Paesi, ossia Italia, Belgio, Spagna e Danimarca.

Gorillas, intanto, replica alle accuse fornendo la sua versione dei fatti tramite il sito internet. La società sottolinea l’esigenza di un cambiamento in relazione agli obiettivi aziendali annunciando il licenziamento di 300 membri del team, che, tuttavia, come anticipato, salirebbero a 540. “Sebbene questa sia stata una decisione estremamente difficile da prendere, queste sono mosse necessarie che aiuteranno Gorillas a diventare un’attività più forte e redditizia con una maggiore attenzione ai suoi clienti e al suo marchio” conclude l’azienda.

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EFA News - European Food Agency
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