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Il caffè fa bene al cuore (e al diabete)

Una ricerca attesta che un consumo abituale allontana il rischio di malattie cardiovascolari

È un periodo strano, nel quale torna di gran moda parlare di caffè, una delle bevande più diffuse al mondo, seconda forse solo all’acqua. Anche la scienza in questo momento se ne sta occupando: come abbiamo fatto notare, alcuni ricercatori hanno scoperto un legame tra caffeina e acquisti (vedi EFA News Caffè sul banco degli imputati dello shopping compulsivo). Adesso, invece, spunta uno studio dell’Università di Bologna rilanciato da Isic, l'Institute for scientific information on coffee, che ha confermato come il caffè sia un vero e proprio “amico del cuore”.

In che senso è presto detto. Secondo gli autori della ricerca, i risultati di numerosi studi scientifici concordano sul fatto che il consumo abituale di caffè, per la presenza di sostanze antiossidanti, antinfiammatorie e cardioprotettive può contribuire alla riduzione del rischio cardiovascolare, oltre che di altri disturbi, come il diabete mellito, l’obesità, e della mortalità per tutte le cause.

Bere fino a cinque tazzine di caffè al giorno non è associato a un aumento dell’incidenza di disturbi cardiovascolari, anzi: un consumo compreso tra le tre e le cinque tazzine al giorno, consigliato dall'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, avrebbe un effetto protettivo sul rischio cardiovascolare: bere caffè, inoltre, aiuterebbe a ridurre il rischio di mortalità del 15% per eventi cardiovascolari.

Sempre secondo i ricercatori, un consumo moderato di caffè non sarebbe correlato all’ipertensione, ma avrebbe addirittura una funzione protettiva: una metanalisi basata su oltre 247 mila partecipanti, di cui più di 54 mila ipertesi, ha dimostrato una relazione inversa tra il rischio di ipertensione arteriosa e consumo di caffè, con una riduzione del rischio del 2% per ogni tazzina consumata al giorno. 

L'effetto benefico, sostiene precisa uno degli autori dello studio, Claudio Borghi, è in gran parte dovuto alla presenza nel caffè di alcune sostanze: vitamina E, niacina, potassio e magnesio. Elementi che mostrano un’azione favorevole sul controllo pressorio che si integra con quella di composti antiossidanti, come i polifenoli, caratterizzati da proprietà vasodilatatorie. 

“Le ultime linee guida europee del 2020 relative alle malattie cardiovascolari -spiega Borghi- dimostrano come il consumo abituale potrebbe essere addirittura associato a un minor rischio di sviluppare fibrillazione atriale, la più comune forma di aritmia”. 



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EFA News - European Food Agency
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