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La guerra contro il cibo-spazzatura inizia a scuola

I bambini e gli adolescenti che consumano più frutta e verdura sono meno a rischio depressione

Secondo Riccardo Fargione e Stefania Ruggeri, autori del libro "Cibi falsi", un'alimentazione sana incide positivamente nel rendimento scolastico.

E' ormai un mantra degli ultimi anni: qualunque consumatore aspirerebbe a un cibo sano (meglio se biologico), con pochi additivi e soprattutto non ultraprocessato. Alla fine, però, la maggior parte della popolazione è costretta a ripiegare sul cibo-spazzatura in quanto più economico. E così, anche a tavola, la salute diventa un privilegio di pochi ricchi.

Quella degli alimenti industriali ultraprocessati sembrerebbe un paradigma irreversibile, una trappola da cui è impossibile uscire. Invece, c'è chi, da questo punto di vista, non perde la speranza. Nel loro saggio "Cibi falsi" ((Newton Compton, pp. 224, 2025), Riccardo Fargione e Stefania Ruggeri (leggi notizia EFA News) suggeriscono di "ripartire dalle scuole" e indicano i bambini come i "veri alleati" di questo auspicato cambiamento culturale.

Secondo gli autori di "Cibi falsi", "investire in prevenzione fin dalle prime fasi della vita significa ridurre ampiamente il numero dei pazienti di domani". Inoltre "i bambini possono farsi portavoce verso genitori e parenti di ciò che apprendono a scuola", così come è stato efficacemente dimostrato dalle campagne antifumo portate all'interno delle mura scolastiche.

"Molteplici studi su questo tema dimostrano che programmi scolastici ben progettati e ben attuati possono migliorare i comportamenti dei bambini", osservano Fargione e Ruggeri. Secondo gli autori, servirebbero "menù che guardino al cibo del territorio, della stagionalità e all'equilibrio dei nutrienti", tuttavia, "nella maggior parte dei casi non è così". Succede l'esatto contrario, ovvero "gli acquisti di cibo nelle mense scolastiche avvengono con meccanismi di aste a ribasso che inevitabilmente incidono sulla qualità e sulla salubrità dei menù.

Inevitabilmente, allora, fin dalla prima infanzia, i minori vengono assuefatti al consumo del cibo ultraprocessato e ciò, secondo Fargione e Ruggeri, è ritenuto "inaccettabile se consideriamo che modelli alimentari appresi durante l'infanzia si estendono poi fino all'età adulta, spingendo i bambini per tutta la vita verso il rischio obesità, oltre che a una serie di esiti negativi per la salute fisica e mentale.

Nel saggio "Cibi falsi", viene citato uno studio condotto dai ricercatori dell'Imperial College di Londra, secondo il quale due terzi dei pasti forniti nelle mense delle scuole primarie e secondarie britanniche si sostanziano in cibi ultraformulati, in particolare budini, snack e bevande.

"Una consolidata letteratura scientifica sostiene che i banchi di scuola sono un luogo adatto per intervenire nelle diete dei bambini, che vi trascorrono circa il 40% del loro tempo e lì consumano il 30% dei loro pasti. Mangiare bene a scuola", ribadiscono Fargione e Ruggeri, "significa aumentare anche il rendimento dei ragazzi garantendo loro la prospettiva di una vita più salubre".

Gli effetti più devastanti del consumo di cibi ultraformulati iniziano a farsi sentire con l'adolescenza. Uno studio condotto su 59mila teenager italiani, dimostra che il 40-44% dei ragazzi di 11, 13 e 15 anni segue meno di tre abitudini alimentari corrette al giorno (su tre indicatori considerati), mentre circa il 13% consuma ogni giorno almeno una bevanda zuccherata. Un'indagine del Crea conferma che solo un adolescente su quattro consuma ogni giorno frutta, verdura o legumi.

Senza trascurare il ruolo della pubblicità e degli influencer digitali nella diffusione di cibo-spazzatura, con l'annesso triste fenomeno delle challenge, ovvero le sfide a chi ne mangia di più, il fenomeno ha evidenti ripercussioni sulla psiche dei più giovani. Un ulteriore studio pubblicato sulla rivista "Jama", ha dimostrato che chi consuma più frutta e verdura va meno incontro a stati depressivi , a differenza di chi usufruisce maggiormente di cibi ultraformulati. 

In una fase della vita caratterizzato da una "straordinaria riorganizzazione cerebrale", in cui avviene la cosiddetta "potatura sinaptica che riorganizza le sinapsi meno utilizzate e rafforza quelle più attive", la scuola ha sicuramente un ruolo decisivo in fatto di educazione alimentare ma anche le famiglie, sostengono gli autori di "Cibi falsi", devono fare la loro parte. "E così", suggerisce Ruggeri, "se le vostre figlie vogliono mettersi un po' a dieta e i vostri ragazzi vogliono accrescere la loro massa muscolare o esprimono il desiderio di voler imparare a mangiare, spiegate loro cosa sono gli ultraformulati e i loro effetti sulla salute, non esitate a portarli da una nutrizionista o un nutrizionista esperti".

Galleria fotografica Presentazione libro "Cibi falsi" di Riccardo Fargione e Stefania Ruggeri (Policlinico Gemelli, 24 luglio 2025)
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EFA News - European Food Agency
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