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Italmopa, -10% la produzione di grano duro in Italia

Le stime per il 2022 parlano di 3,5 milioni di tonnellate, a fronte di un fabbisogno da 5,5 milioni

È l'ennesima brutta notizia che riguarda il grano duro italiano, al centro delle attenzione economiche e agroalimentari in questa stagione di crisi. Italmopa, l'Associazione industriali mugnai d’Italia (Federalimentare-Confindustria) comunica che l'entità prevista per la produzione nazionale di grano duro 2022 in Italia sarà pari a 3,5 milioni di tonnellate. 

La produzione, insomma, dovrebbe registrare una riduzione superiore al 10% rispetto ai volumi produttivi registrati nel 2021. Questo, a fronte di un fabbisogno dell’industria molitoria frumento duro calcolato in 5,5 milioni di tonnellate. Un dato non certo confortante che fa il paio con quello divulgato pochi giorni fa, sempre da Italmopa, e riguardante il grano tenero che dovrebbe chiudere l'anno a 2,5 milioni di tonnellate, record negativo, mai raggiunto nel corso degli ultimi 100 anni (Grano tenero, crolla la produzione).

“Si tratta, indubbiamente, di un dato significativamente inferiore alle iniziali aspettative che deriva essenzialmente dalla contrazione verificatasi nelle principali Regioni produttrici del Sud Italia, Puglia e Sicilia in particolare -spiega Enzo Martinelli, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa-. L’Emilia-Romagna, terza regione italiana per volumi produttivi, fa registrare un dato in controtendenza". 

"A fronte di una superficie totale nazionale rimasta sostanzialmente invariata, si è verificata una riduzione delle rese medie per ettaro, quale conseguenza dell’andamento climatico caldo e siccitoso costatato nel periodo primaverile -aggiunge Martinelli-. Una contrazione è globalmente prevista anche nell’Unione europea, dove i livelli produttivi potrebbero situarsi sui minimi storici, mentre un deciso recupero, rispetto al crollo produttivo del 2021, è atteso nel continente Nord-americano”.

“Sotto il profilo qualitativo dice Martinelli- la qualità della granella del raccolto nazionale appare molto soddisfacente con buoni livelli proteici costatati in tutti gli areali del territorio nazionale e assenza di malattie fungine”.

“In una situazione caratterizzata, da un lato, da una ridotta disponibilità di materia prima frumento duro nazionale e, dall’altro, da un livello di scorte eccezionalmente basso, il corretto e continuo approvvigionamento delle nostre Aziende non potrà prescindere da un incremento delle importazioni, da sempre complementari alla produzione italiana”, conclude il presidente di Italmopa.

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EFA News - European Food Agency
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