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Hera, prima in Italia a ottenere la certificazione Afnor

Tra i progetti di economia circolare della multiutility Ove, per il recupero degli oli alimentari esausti

È Hera la prima quotata italiana certificata da Bureau Veritas per l’economia circolare. La multiutility dell'Emilia Romagna ha ottenuto da Bureau Veritas Italia il certificato rispetto allo standard Afnor XP X30-901, norma francese che costituisce il principale riferimento internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione per progetti in ambito economia circolare. In attesa di norme ISO in materia il modello francese è l'unico punto di riferimento per tutte le aziende che, volendo adottare soluzioni circolari all’interno dei propri sistemi produttivi, necessitano di una guida certificabile sulla quale basarsi.

Hera ha implementato un sistema di gestione dei tre progetti di economia circolare: il progetto “O.V.E.” per trasformare gli oli vegetali alimentari esausti raccolti sui territori in biocarburante; il progetto di integrazione dei criteri di circolarità in ambito approvvigionamenti e il progetto di riuso delle acque reflue depurate. “L’ottenimento di questa certificazione garantisce una maggior trasparenza dei risultati che il Gruppo Hera raggiunge in ambito Circular Economy nei confronti di tutti i propri stakeholder”, spiega Marcello Guerrini, direttore centrale Servizi corporate del Gruppo. 

I progetti di economia circolare di Hera analizzati da Bureau Veritas sono tre:

  1. O.V.E., acronimo di Olii Vegetali Esausti, iniziativa in collaborazione con Eni per trasformare l’olio esausto in biocarburante. Dal 2018 in Emilia-Romagna è attivo un servizio finalizzato alla raccolta stradale degli oli vegetali attraverso l’uso di nuovi contenitori studiati appositamente per raccogliere l’olio alimentare esausto. Nel 2021 sono state raccolte 1.301 tonnellate di olio e il progetto ha coinvolto per la prima volta anche la zona di Pesaro. 

In seguito all’accordo sottoscritto con Eni, tutto l’olio vegetale esausto raccolto sui territori, attraverso stazioni ecologiche, contenitori stradali e partnership con altre realtà (tipo McDonald o Camst, l'azienda di ristorazione) viene trasportato alla bio-raffineria di Porto Marghera (Venezia) e utilizzato come componente per la produzione di biocarburante, poi destinato ad alimentare 35 mezzi per la raccolta rifiuti nelle province di Modena e Bologna.

  1. Il secondo progetto è relativo ai processi di economia circolare nella catena di fornitura. Quattro i principi cardine: eco-efficienza, dematerializzazione, rinnovabilità e riciclabilità. 
  2. Il terzo progetto oggetto di analisi da parte di Bureau Veritas è quello relativo al recupero delle acque depurate. Il progetto riguarda il territorio dell’Emilia, soprattutto le province di Bologna e Modena: nasce nel 2018 con un accordo di programma triennale tra Gruppo Hera e Regione Emilia-Romagna, Arpae, Atersir e Consorzio Bonifica Renana per recuperare le acque reflue scaricate dall’impianto di depurazione di Bologna e alimentare due importanti canali del territorio, garantendone la portata anche nei periodi di secca. 

Dal 2020 è stato sviluppato anche nel modenese, nei pressi di diversi depuratori della provincia. Nel 2021 l’acqua reflua depurata riutilizzabile è stata pari al 6% del totale; la previsione è di arrivare all’8,5% nel 2025 e al 15% nel 2030. Si prevede l'estensione degli accordi nei territori di Ferrara, Ravenna e Cesena e ad altri partner come i Consorzi di Bonifica, Regione Emilia-Romagna.

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