Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Destinato a durare l'impatto della guerra sui rincari alimentari

Per Schroders "i prezzi, in particolare del grano, rimarranno su livelli così alti anche nel prossimo futuro"

"Le oscillazioni dei prezzi di alcune materie prime agricole sono state drammatiche da quando la Russia ha invaso l’Ucraina alla fine di febbraio: i prezzi, in particolare del grano, hanno fatto un balzo in avanti e riteniamo che possano rimanere su livelli così alti anche nel prossimo futuro". È questo l'incipit del report di Schroders sull'impatto che sta avendo la guerra sui generi alimentari.

"La domanda è destinata a rimanere elevata, mentre l’offerta rimarrà limitata quest’anno e il prossimo -spiega l'analisi-. La tensione tra domanda e offerta potrebbe addirittura peggiorare nel 2023 e oltre. Questo perché i modelli climatici imprevedibili stanno aumentando l’incertezza dell’offerta, insieme alla possibilità di continue interruzioni della produzione in Ucraina".

"Il motivo dell'aumento dei prezzi è chiaro se si considera l’importanza dei due paesi come esportatori di prodotti alimentari e di altre materie prime -sostiene Schroders-. L’olio di girasole e i cereali (mais, grano e orzo) sono stati i più colpiti dal punto di vista agricolo. Sul fronte dei fertilizzanti, invece, il potassio (40% delle esportazioni globali, se si include la Bielorussia) ha subito le maggiori interruzioni".

"L’interruzione delle esportazioni di materie prime dall’Ucraina e dalla Russia avrà ripercussioni sui prezzi anche di altre materie prime: i prezzi dell’olio di palma, ad esempio, sembrano destinati a salire, dato che viene sempre più utilizzato come sostituto dell’olio di girasole", dice la multinazionale inglese di gestione del risparmio. 

L’interruzione della fornitura di fertilizzanti potrebbe ridurre la resa delle colture a causa della disruption dei fattori di produzione come i fertilizzanti. "Il costo dei fertilizzanti per gli agricoltori statunitensi è aumentato dal 14% nel 2020 a circa il 23% nel 2022 -fa notare Schoders-. Ciò sta già portando a cambiamenti nella semina: secondo l’ultimo sondaggio dell’Usda, per esempio, gli agricoltori statunitensi prevedono di piantare livelli record di soia (che richiede relativamente meno fertilizzanti) e meno grano e mais primaverili". Per il grano, l’applicazione di fertilizzanti inizia abbastanza presto nella stagione, con un picco tra fine giugno e metà agosto. Nelle prossime settimane si vedrà quindi l’effetto sulla domanda.

Ma la scarsità di cibo potrebbe mettere a rischio la transizione verso i biocarburanti: circa il 20% del grano mondiale viene utilizzato per l’alimentazione animale, quindi, dicono dalla multinazionale inglese, "potremmo assistere all’introduzione di prodotti sostitutivi per cercare di preservare il grano per il consumo umano". I biocarburanti "sono un altro settore che potrebbe essere interessato, dato che utilizzano circa il 10% del grano mondiale: le aziende produttrici di biocarburanti di prima generazione potrebbero subire una certa pressione politica se i governi sospendono o eliminano i sussidi".

Infine, viene al centro del tavolo il tema della sicurezza alimentare. "L’aumento della popolazione significa che la produzione mondiale di cibo e acqua dovrebbe aumentare del 70% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2010. In prospettiva -conclude Schroders-, il sistema deve essere reso più sostenibile, altrimenti sarà soggetto a cicli di feedback negativi sempre più dannosi, come fenomeni meteorologici estremi e degrado dell’ecosistema. Anche in uno scenario di 2 gradi di riscaldamento globale, si prevede che le rese di grano e mais diminuiranno rispettivamente del 14% e del 12%. Tutto ciò delinea un quadro di prezzi agricoli elevati nel prossimo futuro".

fc - 26114

EFA News - European Food Agency
Simili