Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

La Borsa si accorge della terra coltivata

L’Etf iShares Agribusiness permette di esporsi all’evoluzione del settore agricolo

Anche la Borsa e i suoi investitori si accorgono che l'agroalimentare è un business che può far gola. Lo hanno capito addirittura quelli che maneggiano gli Etf, strumenti a rischio ma, se ben trattati, dal rendimento ghiotto. Lo ha reso noto Milano Finanza che segnala, tra i listing tematici proposti recentemente sul mercato italiano dei replicanti, l’Etf iShares Agribusiness, che permette di esporsi all’evoluzione del settore agricolo. 

I megatrend specifici a cui l’investitore si espone acquistando questo Etf si riferiscono all’aumento della popolazione, alla scarsità di terre arabili e all’introduzione di nuove tecnologie afferenti all'agricoltura. L’Etf consente, infatti, di prendere esposizione su un paniere mondiale di 75 aziende attualmente in portafoglio: i campi di operatività sono attrezzature agricole, prodotti chimici agricoli, produzione di materie prime agricole. 

La performance di queste società è generalmente legata al prezzo delle materie prime che producono o estraggono, ma può essere influenzata dalla capacità del management della società di mitigare o coprire alcuni dei rischi legati al prezzo delle materie prime. I fattori di rischio, dunque, sono da un lato le oscillazioni dei benchmark azionari di riferimento, dall’altro i movimenti dei prezzi delle materie prime, in particolare agricole. 

I titoli, dicono gli analisti, vengono ulteriormente analizzati: l'obiettivo è identificare quelli che appartengono al settore agroalimentare, per selezionare le aziende che soddisfano i criteri di inclusione dell'indice, cioè in pratica, avere una capitalizzazione di mercato di almeno 500 milioni di dollari e un valore medio giornaliero, a tre mesi, scambiato superiore a 1 milione di dollari. 

S&P, provider dell’indice, ritiene questo sottostante possa offrire rendimenti poco correlati con azioni e obbligazioni: potrebbe essere, dunque, secondo gli esperti, buono per difendersi dall’inflazione che è attesa ancora sopra i valori medi. L’indice S&P Commodity Producers Agribusiness può vantare il rating Msci Esg AAA, il massimo punteggio raggiungibile per quanto riguarda la sostenibilità delle aziende in portafoglio. 

Guardando ai singoli componenti del portafoglio, a livello geografico gli Usa spadroneggiano con un 56% di peso, seguiti da Canada (10% circa), Giappone (7%), Norvegia (6,2%), Cile (2,8%), Italia (2,6%, rappresentata da Cnh Industrial). A livello settoriale spicca il 43% di beni di largo consumo, seguiti dal 38% di risorse di base e dal 19% di industriali. I nomi più significativi sono Nutrien e Deere (10% circa ciascuno), Archer Daniels (9,3%), Corteva (8,6%): da soli, i primi 10 componenti valgono circa il 60% dell’indice. 

fc - 26548

EFA News - European Food Agency
Simili