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Come cambiano le aziende agricole del vino

Il censimento di Uiv e Istat mostra che, in vent'anni, l'Italia ha meno imprese (-68%) ma più strutturate: aumenta la superficie media

In Italia, in vent’anni, le aziende vitivinicole si sono ridotte di oltre 500 mila unità ma la superficie vitata ha tenuto: -11%, con -1% nell’ultimo decennio. E le 255 mila aziende rimaste, dalle 791 mila del 2000, sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini, che ha elaborato l’ultimo censimento agricolo dell’Istat aggiornato al 2020. 

Secondo Uiv, sono 255.000 le aziende viticole, che rappresentano il 23% del totale delle 1,1 milioni di imprese agricole censite da Istat. Nella speciale classifica per incidenza vino sul totale imprese, vince il Trentino con un impatto del 43%, seguito dal Veneto, al 32%, e dalla Toscana ed Emilia-Romagna (31%). Ben sopra la media anche Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Umbria e Marche. 

Quella che ha messo in risalto Uiv è una rivoluzione morfologica necessaria del vigneto Italia e delle sue imprese che in 20 anni hanno incrementato il valore delle esportazioni del 165%, diventando il primo comparto agricolo nel commercio estero e tra i principali fautori del surplus commerciale del totale made in Italy, dove incide per quasi il 14%.

“L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino -spiega il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi-. La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra”.

Rispetto a venti anni fa, il numero delle aziende è calato più al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%): tra le regioni, la Campania, che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini pari a 86 mila, oggi ne conta poco più di 22 mila con un calo del 74%. Ancora maggiore la riduzione nel Lazio, in discesa dell'83%. Secondo l’ultimo censimento Istat è la Puglia a contare il maggior numero di imprese (36 mila), seguita dalla Sicilia (30 mila) e dal Veneto (27 mila). 

Le aziende sono meno ma hanno appezzamenti in media più grandi, specie al Nord, dove la superficie media della vigna è di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi in Lombardia (4 ettari), in Veneto (3,8 ettari, con la crescita maggiore, +295%), in Toscana /3,6 ettari), in Piemonte (3,4 ettari). 



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