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CLARA MOSCHINI

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L'agricoltura deve investire in tecnologia e fertilizzanti

Per contrastare il rincaro dell'energia riducendo del 25% i costi di concimazione

Le tecnologie in agricoltura e l’utilizzo di prodotti innovativi, come quelli a cessione controllata dell’azoto, possono portare a una riduzione del 25% dei costi aziendali standard di concimazione. È questo quanto afferma Cai - Consorzi agrari d’Italia sulla situazione nelle campagne italiane in uno dei periodi più importanti dell’anno: quello delle semine.

È presto detto il motivo per cui è necessario lavorare a soluzioni alternative in grado di garantire l’adeguata concimazione dei terreni in modo da massimizzare le rese produttive e tenere alti gli standard qualitativi del prodotto. Il motivo arriva da un’analisi della Coldiretti, secondo cui nel 2022 a causa del caro energia e del conseguente aumento dei prezzi, le aziende agricole hanno ridotto di almeno il 30% gli acquisti di fertilizzanti tradizionali: l’urea, infatti, è balzata a 1.100 Euro a tonnellata contro 540 Euro a tonnellata dello scorso anno, mentre il perfosfato è passato da 185 Euro agli attuali 470 Euro a tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 Euro a 1.005 Euro a tonnellata. 

Proprio per questo i tecnici di Consorzi Agrari d’Italia, che quotidianamente lavorano accanto a oltre 200 mila aziende agricole in tutto il Paese, consigliano in questo momento di utilizzare prodotti innovativi, come quelli a cessione controllata dell’azoto, per ottenere un risparmio del 25% circa sui costi standard di concimazione: un altro aiuto può arrivare dai sistemi di agricoltura di precisione che permettono di massimizzare la concimazione e risparmiare anche fino al 20% sul dosaggio di prodotti tradizionali. Importante anche il contributo dei batteri azoto fissatori per rendere disponibile l’azoto atmosferico e sfruttarlo per la nutrizione delle piante. 

L’Italia importa il 70% circa di concimi minerali (azotati, fosfatici, potassio): l’Egitto, da solo, rappresenta poco meno del 50% delle importazioni, seguito da Ucraina (10-15%), Algeria, Libia, Turchia, Marocco, Bielorussia e Russia. Più contenuti i problemi per i fertilizzanti organici e organominerali: la produzione nazionale arriva a coprire il 90% del fabbisogno.

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EFA News - European Food Agency
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