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Aceto Balsamico Tradizionale verso riconoscimento Unesco

Inserito dal Mipaaf nell’Inventario nazionale del patrimonio agroalimentare italiano

“Un ulteriore passo verso un riconoscimento dell’aceto balsamico tradizionale come patrimonio immateriale Unesco, arricchendolo non solo di un ulteriore valore economico e commerciale ma soprattutto andando a metterne in luce il suo valore sociale, culturale, territoriale e di comunità”.

Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, soddisfatto per l’inserimento parte del Ministero delle Politiche agricole e forestali dell’Aceto balsamico tradizionale nell’Inventario nazionale del patrimonio agroalimentare italiano come elemento de “La tradizione del balsamico tra socialità, arte del saper fare e cultura popolare dell’Emilia centrale”. 
La proposta di iscrizione era stata avanzata al Ministero dalla Consorteria dell’Aceto balsamico Tradizionale di Spilamberto (Mo) e dalla Confraternita dell’Aceto Balsamico Tradizionale Aps di Scandiamo (Re).

L’iscrizione riconosce che l’aceto balsamico tradizionale riveste un significato profondo per i territori di Modena e Reggio Emilia, una tradizione che risale al medioevo, e nel suo tramandarsi nel corso dei secoli è diventata corredo culturale e identitario dei territori. “Si tratta di una consuetudine talmente radicata – aggiunge Mammi - da far sì che siano migliaia le famiglie nei nostri territori che dispongono di una batteria di botticelle per la produzione d’aceto, magari acquistata per celebrare la nascita di qualche bambina o bambino, di modo che la qualità del prodotto nelle botti potesse crescere in parallelo con il proprietario, che si ritrova nell’età adulta un vero e proprio tesoro a disposizione, un patrimonio unico”.

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EFA News - European Food Agency
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