Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Inflazione alimentare, impennata oltre il 10%

Unioncamere, i prezzi finali potrebbero aumentare del 16,6%

L’inflazione alimentare rimarrà alta e sostenuta fino a fine 2022: si parla di valori oltre il 10% secondo quanto evidenzia l’indagine Unioncamere con Bmti e Ref Ricerche. E le previsioni parlano di prezzi al consumo elevati anche per tutto il 2023. L’indagine condotta da Unioncamere prospetta una crescita dei prezzi pagati dalle centrali di acquisto della gdo all’industria alimentare del +2,2% nel bimestre ottobre-novembre: se il rincaro tiene fede alle previsioni, i prezzi aumenteranno del +16,6%, rispetto allo stesso bimestre del 2021.

Lo studio analizza l’andamento dei prezzi alla produzione e all’ingrosso, i prezzi pagati dalle centrali di acquisto della gdo e i prezzi alimentari al consumo.
Ebbene, sul versante delle materie prime, i prezzi rimangono molto alti rispetto all'anno scorso, pur registrando un calo nell’ultimo mese, in particolare per gli oli in calo del 6,6%. In controtendenza vanno i cereali che registrano un aumento pari dell'1,5%. Rispetto ad agosto il frumento tenero ha registrato un aumento dell'1,3%, controbilanciato da una forte discesa nei prezzi del frumento duro, che crolla del 6,1%.

Secondo gli esperti, dall’inizio del 2022 si registra un costante aumento del prezzo di latte e derivati: a settembre 2022 sono aumentati ancora del 2,3% rispetto ad agosto. Sempre nel settore dei prezzi alla produzione, a settembre c’è un’impennata dei prezzi di ortofrutta (+13,9%) e olio di oliva (+5,7%) rispetto al mese di agosto.

I prezzi al consumo rimangono elevati: la ricerca di Unioncamere parla di un’inflazione alimentare al +11,3% a settembre 2022 rispetto all’anno precedente, ancora in forte crescita nell’ultimo mese. Quello che si registra sono livelli elevatissimi nelle previsioni di inflazione e una forte crescita ancora per il 2022 e il 2023: +8,4% nella media del 2022 e +5,5% nella media del 2023 secondo le previsioni.

Nel solo bimestre ottobre e novembre 2022, è prevista una crescita annua del 16,6% dei prezzi pagati dalle centrali di acquisto della grande distribuzione organizzata: sono attesi aumenti dell'8,2% per l’olio extravergine di oliva, su cui pesano anche le attese di una netta contrazione produttiva; aumenti del 7,6% anche per il tonno all’olio di oliva, del 7,3% della birra nazionale e per la carne in scatola, cresciuta del +6,7%. Calo solo per l’olio di semi vari (-1,7%), complice il rientro, negli ultimi mesi, dai picchi raggiunti dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. 

Su base annua, l’inflazione attesa per il bimestre è pari al +16,6%: i rincari maggiori sono quelli previsti per l'olio di oliva (+43,6%), per il tonno all’olio di oliva (+37,9%), per la pasta di semola (+34,2%), per la farina di grano tenero (+33,8%) e per l'olio extravergine di oliva (+29%). Significativi aumenti annui attesi per i formaggi freschi: +19,8% per la mozzarella di latte vaccino, +21,2% per lo stracchino. rincari anche per i formaggi molli: +16,3% per il gorgonzola, +17,4% per il provolone. Tutto questo sulla scia dei rialzi del costo del latte e dell’energia.

"Le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati dalle centrali d’acquisto della gdo all’industria alimentare suggeriscono che l’inflazione alimentare al consumo, a causa dei rincari delle materie prime energetiche, rimarrà sostenuta su valori superiori al 10% sino alla fine del 2022 -dicono gli esperti-. Per la media dell’anno 2022 la previsione è ora all’8,4%. Nei dati preliminari di Istat per il mese di ottobre, l’inflazione alimentare al consumo, rispetto allo scorso anno, ha già raggiunto il +13,1%, in accelerazione dal +11,4% di settembre".

fc - 27434

EFA News - European Food Agency
Simili