Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Olio, occorre rendere più competitivo il settore

In occasione della Giornata mondiale dell’olivo, Fnp Olio rilncia le richieste per coprire il gap infrastrutturale

“Nella Giornata mondiale dell’olivo, che si celebra il 26 novembre, è necessario richiamare l’attenzione su un comparto di grandissimo valore ambientale, paesaggistico, storico e culturale”. Lo ha affermato Walter Placida, presidente della Fnp Olio di Confagricoltura, puntualizzando che l’Italia è il primo paese importatore e il secondo esportatore mondiale di olio, con circa il 15% della produzione complessiva. La superficie olivetata italiana si estende su 1.1 milioni di ettari, in gran parte in Puglia, Calabria e Sicilia, ma la produzione olivicola in diverse regioni italiane raggiunge livelli qualitativi eccellenti. L’annata 2022/2023, secondo la confederazione, si presenta "particolarmente scarsa" in termini di volumi a livello nazionale ed europeo: la produzione non raggiunge 230 mila tonnellate, con un calo del 30% dovuto agli effetti dell’alternanza produttiva, delle alte temperature e in alcune aree per l’attacco della mosca dell’olivo. 

Nonostante la contingenza, la filiera italiana raffigura un comparto in salute: 3.3 miliardi di Euro di fatturato, con un peso sull’agroalimentare del 2,2%. Sono 640 mila le imprese olivicole, circa 5.000 i frantoi e 220 le imprese industriali. Nella Giornata mondiale dell’olivo, dicono da Confagricoltura, è giusto evidenziare la forte integrazione del comparto con il territorio e la ruralità, oltre alla valorizzazione delle produzioni locali: sono circa 50 i riconoscimenti Dop e Igp, che rappresentano quasi la metà di quelli complessivamente registrati nell’Unione europea, con un valore di 91 milioni di Euro, in crescita del 27%. Anche l’indotto legato all’oleoturismo sta assumendo un’importanza crescente in termini culturali, sociali ed economici. 

“A fronte di cali di volume così drastici di quest’annata gli olivicoltori devono sostenere gli aumenti dei costi degli input produttivi: fertilizzanti, irrigazione, manodopera, molitura, materiali per il confezionamento -sopiega Placida-. Preoccupa l’andamento del mercato, incerto e instabile, unito al timore che i notevoli aumenti dei costi non vengano adeguatamente assorbiti dalla distribuzione. Queste criticità contingenti -aggiunge il presidente di Fnp Olio- sono legate alla poca competitività del settore. Occorre attivare con urgenza azioni per ridurre i costi dei fattori di produzione e dare slancio al comparto. Tra gli obiettivi, in primis, il rinnovamento delle strutture in campo e nella fase di trasformazione. Non di minore importanza è l’opportunità di incidere sul cuneo fiscale per restituire attrattività e competitività al comparto e individuare strategie funzionali che privilegino il prodotto interno italiano garantendone la giusta remuneratività per tutti gli attori della filiera”.

fc - 27734

EFA News - European Food Agency
Simili