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CLARA MOSCHINI

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Museo del vino per festeggiare 130 anni di Giacomo Montresor

La storica cantina viene celebrata con un libro oltre alla bottiglia di Amarone Valpolicella Docg Riserva 2012

Tre secoli di generazioni. È questo il cammino è di Cantine Giacomo Montresor, tredici decadi di storia iniziati nel 1892 nel cuore della Valpolicella raccontati in un Museo appena inaugurato. A tagliare il nastro sono stati il presidente Marco Nannetti e il vicepresidente Luigi Turco, il consigliere regionale Alberto Bozza e Christian Marchesini, presidente del Consorzio Vini Valpolicella. In occasione dell'evento, Bozza ha consegnato al presidente Nannetti una targa della Regione Veneto per le celebrazioni dei 130 anni della cantina. 

A onorare il prestigioso traguardo è comparso anche un libro che ripercorre la storia di questi 130 anni, il rinnovato wineshop e una bottiglia celebrativa: Amarone della Valpolicella Docg Riserva 2012, risultato di un progetto enologico decennale. Presentato in anteprima nell’ultima edizione di Vinitaly, il vino è il prodotto di dieci anni di affinamento, per una produzione limitata di 6mila bottiglie tutte satinate tratto distintivo dello stile Montresor. 

Al di là di tutto, il museo del vino è la grande novità: si disloca su un’area ristrutturata della cantina di 500 metri quadrati. Il museo sarà gratuito e aperto al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 19, escluso il lunedì fino al 31 dicembre 2022: da gennaio l’apertura sarà tutti i giorni. 

Tre sono i fili conduttori della narrazione. Prima di tutto la storia di Cantine Giacomo Montresor nella liaison con la città di Verona. Lo dice la stretta vicinanza geografica dell’azienda, a due passi dal centro storico della città, lo confermano le scelte strategiche della cantina nel corso dei decenni sempre in piena sintonia con il territorio circostante. 

La seconda sezione è dedicata alla tradizione vitivinicola narrata attraverso i suoi attrezzi agricoli, da inizio '900 a oggi: antiche botti, tini, pigiatrici, aratri, strumenti della campagna e tanto altro. A raccontare questa storia è un virtuale fattore della cantina che attraversa i decenni in un viaggio arricchito da tradizioni e cultura popolare. 

L’ultima sezione pone lo sguardo al territorio della Valpolicella nella sua interezza: clima, paesaggio, uve, strumenti di vinificazione e soprattutto l’appassimento delle uve e la storia dell’Amarone. È la testimonianza che il vino nasce dalla terra e dalla cultura che lo circonda e che ogni bottiglia Montresor è un tutt’uno con il paesaggio da cui trae linfa. 

Come in tutti i musei, la visita si concluderà presso il wineshop completamente rinnovato: all’interno sarà possibile trovare tutte le referenze delle varie annate di Montresor, così come ci sarà la possibilità di degustare i vini. Lo spazio ospita anche una grande opera artistica di Emanuele Marchesini realizzata utilizzando materiale della filiera vitivinicola: resine, vino, vinaccioli, vinacce, raspi, foglie di vigna, pigmenti. 

L'opera si intitola Dionisiaco e Apollinea e si ispira alla filosofia del filosofo Frederick Nietzsche, il quale individua nell’uomo un equilibrio tra spirito dionisiaco e apollineo, tra caos e razionalità. Il vino, insomma, secondo il filosofo tedesco, è l’elemento che reca in sé la follia e la ragione. 

Il libro s'intitola "Cantine Giacomo Montresor: 130 anni di impegno e innovazione”. A scriverlo è stata Valeria Chilese: nelle 112 pagine in doppia lingua (italiano e inglese) racconta la lunga storia di questa cantina, il cui inizio risale nella notte dei tempi, addirittura nel XVII° secolo quando viene rintracciato il nome Montresor tra i proprietari di alcuni terreni a Bussolengo. 

Due secoli dopo si arriva a Verona e al fatidico 1892 quando a Giacomo Montresor, i genitori Gaetano e Rosa, intestano un’azienda vitivinicola presente sul territorio: a questa faranno seguito l’acquisto di una Osteria in pieno centro a Verona negli ’20, e la costruzione, nel 1934, di Cantine Giacomo Montresor in quella che tutt’ora è la sede della cantina. È l’inizio di un percorso fatto di tanti tasselli che porta a uno dei tratti distintivi di Cantine Montresor: la bottiglia satinata, geniale intuizione di Giacomo per conservare il vino nei lunghi viaggi oltreoceano. 

Le generazioni successive hanno poi sviluppato l’azienda che ha fatto conoscere i vini Montresor in tutto il mondo: dalla prima bottiglia di Recioto Rustego secco del 1946, alla presentazione in Canada nel 1969 di quella che presto è divenuta un’icona dei vini veronesi in Nord America: l’Amarone della Valpolicella in bottiglia satinata. 

L’attualità oggi parla di una cantina che esporta vini in 56 Paesi del mondo ed è leader nel mercato del Canada. E che a partire dal 2019 ha portato avanti un imponente percorso di ristrutturazione generale che ha visto la realizzazione di un nuovo impianto di imbottigliamento, un nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve destinate all’Amarone, una bottaia completamente ristrutturata, la nascita del Museo e il rinnovato wineshop. 

Per l’occasione Cantine Giacomo Montresor ha realizzato uno speciale Amarone della Valpolicella DOCG Riserva 2012, 

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