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Prende quota nel mondo il vino in lattina

Sull'onda della sostenibilità, il segmento potrebbe crescere fino a fruttare 735 mln di dollari entro il 2030

Non è ancora entrata nel quotidiano del beverage ma piace sempre più ai giovani e guadagna nuovi spazi di mercato. Parliamo del vino in lattina che, sull’onda della semplicità di consumo e della sostenibilità sta diventando sempre più un fenomeno globale. L'ultima conferma è arrivata da una ricerca di Straits Research società indiana specializzata in ricerche di mercato, anticipata da Winenews. 

Quello del vino in lattina, secondo gli ultimi dati, è un segmento di mercato che nel 2021 è stato stimato in 241 milioni di dollari in valore e che, nel 2030, potrebbe arrivare a superare 725 milioni di dollari, con una crescita del 13% l’anno. 

Secondo il report, per la vera affermazione dei vini in lattina la chiave di volta, oltreché la crescita qualitativa dei prodotti così distribuiti, potrebbe essere la sostenibilità. In Gran Bretagna, nei mesi scorsi, è partito un appello da parte dei nomi più importanti della critica, da Jancis Robinson a Hugh Johnson affinché l’industria del vino utilizzi sempre meno vetro e sempre più contenitori alternativi più leggeri, capaci di produrre meno CO2 soprattutto nei trasporti, come le lattine, più semplici da riciclare rispetto al vetro stesso. 

In queste ore, sempre in Inghilterra, uno dei colossi della gdo come Waitrose, ha annunciato che, dal 15 gennaio, sostituirà tutti i formati più piccoli in cui vende vino: dalle mezze bottiglie in giù, a eccezione di Champagne, Prosecco, Cava e Rioja. L'obiettivo è risparmiare 320 tonnellate di materiale per il packaging, oltre a tagliare in maniera drastica la sua carbon footprint. 

Una scelta importante, in un mercato dove il vino “private label” è dominante, come quello della gdo inglese che nel 2022 ha venduto quasi 3 milioni di confezioni di vino di dimensioni inferiori alla classica bottiglia da 0,75 litri.

Ma il Regno Unito non è l'unico al mondo a seguire questa strada. Nel mercato scandinavo, in particolare in quello svedese, governato dal monopolio gestito dall’agenzia Systembolaget, sarà praticamente obbligatoria l’alternativa al vetro per una parte del vino che dovrà arrivare nel Paese. 

“Entro la fine del 2023, vogliamo ridurre l’impronta climatica dei nostri imballaggi del 10% -si legge in una nota di Systemobolaget-. Per arrivarci, molti dei clienti che acquistano vino in bottiglia di vetro dovranno scegliere invece cartone, Pet o lattina. È il packaging del vino che ha il minor impatto climatico”. 

L’imballaggio di cartone, bag-in-box e tetrapack, sono indicati come quelli in assoluto più sostenibili, ma anche le lattine sono molto incoraggiate, a partire dal loro minor peso rispetto al vetro ma anche dal loro livello di riciclabilità: come spiega uno report della stessa agenzia svedese, il 75% di tutto l’alluminio che è stato prodotto nel mondo, è ancora utilizzato. 

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EFA News - European Food Agency
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