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Confagricoltura: "Per fauna selvatica serve un cambio di passo"

Il presidente Giansanti auspica un "nuovo modello" anche per prevenire il ripetersi della peste suina

Per la gestione di alcune specie di fauna selvatica, serve un "cambio di passo". Lo sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, invocando come possibile "un nuovo modello che tenga insieme gli interessi delle imprese agricole e la tutela ambientale". Giansanti è intervenuto al convegno "Fauna selvatica e territori: conoscere per gestire", dove è stata presentata l'indagine Ispra sulla diffusione del cinghiale negli ultimi sette anni.

L'evento, organizzato a Viterbo con l'Ente Produttori di Selvaggina, spiega Confagri, ha avuto come obiettivo il ribadire la vicinanza delle due organizzazioni al settore faunistico-venatorio. La non adeguata gestione di alcune specie selvatiche, ha detto Giansanti, ha molte conseguenze, a partire dalla diffusione di epizoozie con gravi effetti sulle attività economiche del settore primario, come accaduto con la peste suina africana in varie aree italiane.

Alcuni passi in avanti sono stati comunque fatti, ricorda Confagri, citando gli interventi presenti nella legge di Bilancio 2023 ottenuti dal ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco LollobrigidaConfagri ritiene però "necessarie" misure più specifiche su alcuni aspetti che interessano direttamente le aziende agricole; tre in particolare le priorità: una migliore gestione del periodo di apertura della caccia, la previsione di un maggiore selezione di alcune specie, e un più efficace sistema di risarcimento dei danni.

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EFA News - European Food Agency
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