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Nel 2023 la volatilità dei prezzi influenzerà la carne suina

Rabobank: trasporti, malattie e l'economia cinese pesano sui mercati mondiali. Il parere dell'analista Eva Gocsik

Nel 2023 la volatilità influenzerà i mercati mondiali della carne suina. Lo sostiene l'ultimo rapporto di Rabobank, secondo cui la volatilità dei prezzi dei cereali da foraggio, le malattie animali e l'economia cinese peseranno sui mercati mondiali della carne suina per tutto questo nuovo anno.

Nel suo report Global Pork Quarterly di gennaio, Rabobank afferma che le cause di questo andamento per la carne partono dai prezzi dei cereali da foraggio ridotti rispetto al picco raggiunto nel secondo trimestre del 2022: gli Stati Uniti, però, potrebbero subire fluttuazioni dei prezzi nel breve periodo. I costi dell'energia e del trasporto dovrebbero diminuire, mentre il costo del lavoro aumenterà e i costi di produzione caleranno leggermente.

Sempre secondo il report, le malattie influenzeranno i mercati mondiali della carne suina: a farla da padrone saranno la peste suina africana, la sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini e il virus della diarrea epidemica dei suini. La peste suina, soprattutto, continua a diffondersi in Asia e in Europa, tra le altre regioni e, secondo Rabobank, "rimane una wild card che potrebbe influenzare le catene di approvvigionamento e il commercio". 

La Prrs è stata un problema negli Stati Uniti e in Europa nel 2022, ma è diminuita mentre il virus Ped rimane un rischio potenziale quest'anno. Infine, la peste suina classica ha colpito un grande allevamento in Giappone nel luglio 2022. A causa di questi rischi di malattia, osserva il report, "la biosicurezza diventa una priorità per l'industria suinicola mondiale e le misure di biosicurezza sono migliorate in tutto il mondo". 

Rabobank, inoltre, prevede "una certa volatilità nel mercato suino cinese fino al primo trimestre del 2023, a causa di un'impennata dell'offerta a breve termine e della debolezza della domanda dovuta agli elevati tassi di infezione da covid" dopo l'allentamento della politica zero-covid attuata del Paese.

"Pur avendo una visione ribassista sulla performance a breve termine -si legge nel report di Rabobank- siamo ottimisti sulla ripresa della domanda una volta che l'ondata covid si sarà assestata e l'attività sarà tornata alla normalità. Potrebbe esserci una domanda repressa nei canali di ristorazione ma c'è anche un grosso punto interrogativo su quanto forte potrebbe essere questa impennata una volta che la situazione torna normale, alla luce delle sfide macroeconomiche".

"Le importazioni di carne suina in Cina nel 2022 sono diminuite del 45% ma -prosegue il report- si prevede un leggero aumento delle importazioni nel 2023. La Cina è la destinazione principale delle esportazioni brasiliane di carne suina, con circa il 42% del volume totale".

"Di conseguenza -si legge nel rapporto- Rabobank prevede un aumento del 2% su base annua dei volumi di esportazione quest'anno, anche se la situazione in Cina per quanto riguarda il controllo del covid-19 potrebbe ancora influire sul potenziale delle importazioni". 

Il tema sarà al centro dell'attenzione il 27 febbraio prossimo al convegno organizzato da EV Edizioni Veterinarie in programma a Cremona dal titolo “Sanità, tecnologia, sostenibilità, economia i driver della suinicoltura moderna”. Tra i relatori ci sarà anche Eva Gocsik, analista economica di Rabobank specializzata nel settore delle proteine animali.

“La nostra previsione -spiega l'analista- è orientata a un calo produttivo mondiale, che nella Ue27 e nel Regno Unito, su base annua, dovrebbe oscillare tra il -3 e il -4%. L’aumento dei costi alimentari e la pressione sui prezzi dei suinetti negli allevamenti a ciclo chiuso, in un mercato caratterizzato un’offerta eccessiva, hanno portato a una riduzione dei capi allevati che si è manifestata soprattutto nel 2022". 

"Germania, Danimarca, Polonia e Regno Unito -dice Gocsik- sono i Paesi dove la contrazione produttiva sarà maggiore. Parallelamente, nel 2023 i prezzi dei mangimi dovrebbero registrare una diminuzione rispetto all'anno scorso favorendo un maggiore margine di guadagno per gli allevatori". 

"Sul fronte dell’export, in Ue e nel Regno Unito -aggiunge la manager- prevediamo una riduzione di circa il 5%, anche se nella seconda parte dell’anno dovremmo assistere a un aumento delle esportazioni verso la Cina dove l’offerta di carne suina locale sarà limitata pur in presenza di un aumento produttivo vicino all’1,5%”.

"Rabobank -conclude l'analista- mantiene una visione al ribasso circa le performance a breve termine, ma è ottimista rispetto al rimbalzo della domanda una volta che l’ondata pandemica si sarà stabilizzata e l’attività sarà tornata alla normalità”.

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EFA News - European Food Agency
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