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Carne sintetica. Confeuro: "Favorisce il riscaldamento globale"

La confederazione agricola chiede all'Ue di valutarne un divieto della produzione

Il boom della carne sintetica preoccupa "non poco" la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo (Confeuro). Dopo lo sdoganamento negli Usa della carne di pollo, a livello mondiale, gli investimenti per la produzione di carne sintetica risultano aumentati fino a 1,3 miliardi. "Questa tendenza in crescita ci preoccupa non poco e temiamo che anche la UE possa autorizzarne la commercializzazione in Europa, come già avvenuto per le farine d’insetti", si legge in una nota di Confeuro.

"Siamo contrari alla produzione e all’introduzione sui nostri mercati di un tale alimento sintetico - prosegue il comunicato -. Riteniamo che la carne prodotta in vitro rappresenti una minaccia al nostro Paese, basato su un’agricoltura di qualità e su allevamenti tradizionali. Oltre all’aspetto economico e alla crisi che innescherebbe sul settore zootecnico, va poi ricordato che queste produzioni artificiali al momento non sono sostenibili a livello ambientale".

Confeuro menziona quindi "evidenze scientifiche" in base alle quali "per la produzione di carne sintetica è necessario un intenso consumo di energia che nel lungo termine provocherebbe un maggiore riscaldamento globale". Non è tutto: "il consumo di acqua nei processi di produzione - aggiunge Confeuro - è superiore a quello di molti allevamenti tradizionali e per la produzione i laboratori rilascerebbero residui di molecole chimiche e organiche, altamente inquinanti per le risorse idriche".

In conclusione, l'associazione non trova alcuna "giustificazione a tale produzione nemmeno sul piano nutrizionale e del gusto. Questa carne nasce insipida e ha bisogno di numerosi additivi per somigliare a quella vera. Contiene un contenuto di grassi superiore alla carne animale ed è potenzialmente dannosa per chi ha patologie cardio-vascolari. Per questi motivi - conclude la nota - chiediamo alla UE di fare molta attenzione e di valutare il divieto all’introduzione sui nostri mercati".

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EFA News - European Food Agency
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