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Carne sintetica/2. Anabic: "Per nulla ecologica, è puro business"

Allevatori italiani fanno quadrato a difesa della produzione bovina nazionale

Dietro alla produzione di carne sintetica, che a detta dei suoi fautori, "si cela esclusivamente un interesse economico”. A dichiararlo è Luca Panichi, presidente di Anabic (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani Carne), secondo il quale la disinformazione di una fetta di consumatori alimenta convinzioni errate e prive di fondamento che si possono smontare con dati certi e incontrovertibili quali quelli riportati dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che in uno studio quantifica nel 3% il valore delle emissioni di gas serra provenienti dagli allevamenti bovini.
“Senza esitazione – spiega ancora Panichi – abbiamo aderito alla mobilitazione promossa alcune settimane fa da Coldiretti contro il cibo sintetico firmando il relativo documento per fermare questa pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera agroalimentare made in Italy”.

ANABIC conta oltre 5.000 allevamenti di bovini da carne associati dove si allevano bovini appartenenti alle razze Chianina, Marchigiana, Maremmana, Podolica e Romagnola per una consistenza complessiva di circa 160.000 capi distribuiti in 18 diverse regioni dal Nord al Sud del Paese: il 70% degli allevamenti è estensivo, quindi totalmente al pascolo.
“È indubbio che gli animali, in questo caso i bovini in particolare, producono emissioni – sottolinea Stefano Pignani, direttore di ANABIC – e soprattutto metano. Ma bisognerebbe anche specificare che, a differenza della CO2, il suo ciclo di vita in atmosfera non supera i vent’anni arrivando ad azzerarsi mentre l’anidride carbonica, prodotta soprattutto dai trasporti, dall’industria e in minima parte dagli animali, si consuma addirittura in un migliaio d’anni determinando un accumulo pressoché continuo. Queste sono le informazioni scientifiche che purtroppo spesso vengono omesse, preferendo demonizzare gli allevamenti come causa di tutti i mali del mondo. Non dimentichiamo poi che la cosiddetta carne sintetica è coperta da brevetto, è prodotta a livello industriale e questo non può che favorire una maggiore produzione di CO2. Non è quindi corretto presentare il problema in modo artificioso senza obiettività e dimenticando, spesso strumentalmente, i grandi benefici che invece gli allevamenti come quelli dei nostri associati garantiscono all’ambiente”.

“Infatti – evidenzia ancora il presidente Panichi – le razze che rappresentiamo vivono in dimensioni di totale naturalità, costituiscono un valore sociale che affonda le sue radici in tempi molto lontani e assicurano al territorio quel ruolo di presidio e tutela che in tempi di grandi cambiamenti climatici ne può contrastare gli effetti: basti pensare alle conseguenze della siccità se quelle zone fossero totalmente abbandonate. Dimenticare questi aspetti è molto facile, soprattutto perché sono benefici di cui tutti godiamo, sono in qualche modo scontati e anche per questo non se ne percepisce troppo spesso l’importanza”.

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EFA News - European Food Agency
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