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Mirtilli: boom della produzione in Portogallo

Nel 2021 il Paese lusitano ha esportato 5000 tonnellate per un valore di oltre 32 milioni di euro

Il case history del mirtillo portoghese sbarca all’International Blueberry Days a Macfrut. Mercoledì 3 maggio il Rimini Expo Centre, alla prima giornata del Simposio, ospiterà un intervento di Pedro Bràs de Oliveira dell’Istituto Nazionale di Ricerca Agraria (INAIV) di Oeiras, tra i massimi esperti europei in materia.
 
“La produzione di mirtilli in Portogallo è in aumento – spiega Bràs de Oliveira in un comunicato –. La superficie ha conosciuto un notevole incremento passando da 43 ettari nel 2010 a 2587 ettari nel 2021, ovvero oltre cinquanta volte in soli 10 anni. Il volume prodotto da 500 tonnellate è arrivato a più di 17.000 nello stesso periodo di tempo. Nel 2021 il Portogallo ha esportato 5000 tonnellate per un valore di oltre 32 milioni di euro. Questo aumento riflette la grande attitudine del suolo portoghese e le condizioni climatiche per la produzione di mirtilli”.
 
L'esperto si sofferma su alcune peculiarità della produzione portoghese: “La diversificazione della stagione produttiva è un obiettivo generale per tutte le colture in quanto può aumentare la redditività delle aziende agricole consentendo un'offerta di mercato più lunga. Il modo più semplice per raggiungere questo obiettivo è utilizzare cultivar con periodi di produzione differenti, precedenti o successivi, oppure cambiando le condizioni a cui sono sottoposte le piante attraverso l'utilizzo di coperture artificiali come polietilene o reti ombreggianti”.
 
L’interesse del Portogallo per il mirtillo è iniziato dalla metà degli anni ’80. “I primi test sono iniziati nel 1985, ma è stato solo nel 1994 che un campo varietale con diverse tipologie di mirtilli è stato realizzato presso l'azienda sperimentale dell’INIAV (Istituto Nazionale di Ricerca Agraria e Veterinaria), localizzata nella costa sud-occidentale del Portogallo. Fino a quel momento la produzione commerciale era praticamente inesistente, presente solo in un’azienda a Grândola (sud di Lisbona).

Fino al 2010 gli agricoltori non hanno mostrato interesse alla coltivazione del mirtillo; solo nel 2012 è scoppiata la ‘febbre del mirtillo’ con una forte espansione della coltivazione essenzialmente nel nord del Paese. Con il risveglio alla coltura, INIAV, ha avviato una serie di nuove prove in pieno campo, coltura protetta e produzione fuori suolo, adottando anche tecniche di manipolazione del ciclo vegetativo delle piante. In un test effettuato presso l'azienda sperimentale si è dimostrata la capacità della cultivar ‘Star’ di produrre 3 kg per pianta già al secondo anno, raggiungendo l’equivalente di 27 tonnellate ettaro già al terzo anno di produzione, mentre ‘Legacy’ ha raggiunto le 22 tonnellate per ettaro già dal secondo anno. Già questi primi risultati hanno dimostrato che le piante di mirtillo si adattano bene alla coltivazione protetta in substrato, in questi ambienti, mostrando un ottimo sviluppo vegetativo e riproduttivo.

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EFA News - European Food Agency
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