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CLARA MOSCHINI

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Scarsità alimentare: la risposta dell'approccio Esg integrato

Dnv propone metriche di valutazione più adattabili alle emergenze

Un “white paper” che offre una valutazione onnicomprensiva dei temi "Environment, Social, Governance" (Esg), ovvero ambiente, sociale e governo. È quanto offre Dnv – ente indipendente che fornisce servizi di assurance, certificazione e verifica in tutto il mondo –, che per l’occasione ha proposto l'“Integrated Esg Approach. Driving the future of Sustainable Food Systems”. Il sistema propone dunque un approccio integrato che “include la valutazione di tutti gli aspetti ambientali, sociali e di governance e anche le loro reciproche interconnessioni nel sistema di riferimento – sia esso un prodotto, un’azienda o una catena di valore”. Un cambiamento che, secondo gli estensori della proposta, si rende necessario per via del fatto che "la domanda di cibo è in continua crescita ma il sistema alimentare è già sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici e del mutato contesto economico e sociale".

Definito il perimetro applicativo dell’approccio Esg integrato, restano da definire gli indicatori per misurare i progressi. Dnv ne propone tre tipologie: i “minimi” sono denominatori comuni a più settori e categorie e sono legati alle grandi sfide globali. Ne sono possibili esempi: l’uso dell’energia, il rispetto dei diritti umani, il risk management o le politiche Diversity & Inclusion. Man mano che si entra del dettaglio di una singola Industry, come per esempio quella alimentare, entrano in gioco altri indicatori “specifici per il settore” come possono essere, in ambito ambientale (E), l’uso del suolo, la perdita di biodiversità, la gestione dei packaging e dei rifiuti; in ambito sociale (S) l’approvvigionamento responsabile, la sicurezza alimentare e l’equa remunerazione; in ambito governance (G) l’instabilità geopolitica, il coinvolgimento degli stakeholder o la gestione dei richiami di prodotto.

La somma degli “indicatori minimi” e degli indicatori “specifici di settore” fornisce già una valutazione sulla sostenibilità di un’azienda. Ma si può andare oltre, e per una valutazione più accurata della sostenibilità di una specifica categoria di prodotto, l’approccio deve essere arricchito con gli “indicatori raccomandati”. Nell’ambito della filiera ortofrutticola troveremo, per esempio, in ambito ambientale l’uso responsabile delle risorse idriche, nell’ambito sociale la sicurezza occupazionale e il benessere dei lavoratori, in ambito governance i progetti di sviluppo per l’imprenditoria rurale.

L’approccio Esg integrato presenta diversi vantaggi, è adattabile in quanto può essere applicato al singolo prodotto, alle imprese e a intere catene di valore favorendo un confronto oggettivo grazie agli indicatori minimi. È modulare e può aiutare nell’analisi di sistemi complessi potendo in ogni momento tornare a comporre il quadro d’insieme. Un’altra caratteristica è la flessibilità poiché le metriche di valutazione possono essere adattate in base a esigenze specifiche e situazioni eccezionali come lo sono state la pandemia e la guerra.

Come spiega Nicola Rondoni, head of section and director del programma “Sustainable Food Systems and Supply Chains” di Dnv, "le aziende che decideranno di inserire l’approccio Esg integrato nella propria strategia avranno un vantaggio competitivo grazie all’impatto positivo sull’ambiente e sulla società, preservando il nostro pianeta per le generazioni future”.

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EFA News - European Food Agency
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