Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Olivicoltura, la nuova Pac assegna 586 Euro in più a ettaro

Oltre al pagamento di base si può accedere al pagamento accoppiato e a 3 dei 5 ecoschemi previsti

Nella nuova Pac, la Politica agricola comune ci sono alcuni aiuti interessanti per l'olivicoltura. Oltre al pagamento di base, infatti, gli agricoltori possono accedere al pagamento accoppiato, ma anche a 3 dei 5 ecoschemi previsti dalla Pac. A fine anno dunque gli olivicoltori possono arrivare a portare a casa fino a 586 euro in più ad ettaro.

Nello specifico gli agricoltori che possiedono titoli per gli oliveti possono accedere ai seguenti pagamenti:

Pagamento di base, il cui ammontare dipende dai titoli. È l'intervento che assorbe i maggiori fondi della Pac (48% delle risorse) ed è un pagamento che viene riconosciuto ad ogni agricoltore in possesso di titoli. A partire da quest'anno tuttavia, prenderà avvio un processo di convergenza che porterà ad un abbassamento del valore dei titoli alti e a un aumento di quello dei titoli bassi. Questo meccanismo potrebbe dunque ridurre i pagamenti per quegli olivicoltori che storicamente avevano titoli alti, mentre avvantaggerà chi aveva titoli bassi. Quindi, a parità di superficie, ogni olivicoltore riceve una somma diversa a seconda del valore dei suoi titoli: per ottenere il pagamento di base gli olivicoltori devono rispettare la condizionalità rafforzata, che prevede una serie di obblighi, i più gravosi dei quali tuttavia non interessano l'olivicoltura;

Pagamento accoppiato: si stima ammonterà a circa 116 Euro ad ettaro. Il sostegno accoppiato è una tipologia di pagamento (che assorbe il 15% delle risorse del Primo pilastro della Pac) che ha come obiettivo quello di sostenere specifiche colture di interesse nazionale. Dal confronto tra regioni, Stato e Unione Europea l'olivicoltura è stata inserita tra i beneficiari del Sostegno accoppiato. Sono ammessi a questo premio le superfici olivicole incluse nei sistemi di qualità ai sensi IIGG del Regolamento Ue n.1151/2012 da agricoltori in regola con la tenuta dei registri. L'importo che dovrebbero ricevere gli olivicoltori è pari a 116,97 Euro, ma il suo valore effettivo dipenderà dal numero di domande che saranno presentate nel corso dell'anno;

ecoschema 3, provvedimento specifico per gli olivi che vale 220 Euro. Per tutelare il paesaggio tradizionale del Sud Italia ed impedire che si vada verso un modello superintensivo di ispirazione spagnola, il legislatore ha pensato di stanziare 220 Euro ad ettaro (più un 20% per chi si trova in aree Natura 2000 o Zvn, Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola) per gli oliveti tradizionali. Si considerano di particolare valore paesaggistico e storico gli oliveti con una densità mediamente inferiore a trecento piante per ettaro (minimo sessanta) e quelli individuati dalla regione o provincia autonoma competente per territorio, fino ad un massimo di quattrocento piante per ettaro, in base ad elementi oggettivi quali l'architettura degli impianti, le tecniche di allevamento ed altre pratiche tradizionali.
Per ottenere il pagamento dell'Eco 3 l'agricoltore si impegna a:

  • potare gli olivi almeno una volta ogni due anni;
  • non bruciare i residui di potatura in loco;
  • mantenere l'oliveto nel suo status quo, quale valore paesaggistico e divieto di conversione, anche attraverso infittimenti, in sistemi più intensivi;

ecoschema 2, prevede che l'agricoltore mantenga inerbito il terreno al di fuori della proiezione verticale delle chiome degli alberi. Inoltre non è possibile effettuare il diserbo chimico del cotico erboso (ma si può intervenire nel sottochioma), e non si possono fare lavorazioni del terreno durante tutto l'anno. L'agricoltore, a fronte del pagamento di un premio di 120 euro ad ettaro, si impegna a gestire la copertura vegetale erbacea esclusivamente mediante operazioni meccaniche di sfalcio, trinciatura o sfibratura; 

ecoschema 5 (alternativo al 2) richiede invece un impegno ulteriore, in quanto il suolo non può semplicemente essere lasciato inerbito, ma va seminato con specie di interesse apistico. Si tratta di piante erbacee che fiorendo forniscono nettare e polline alle api e agli altri insetti impollinatori, che in questi anni sono in grossa difficoltà a causa dei cambiamenti climatici e delle attività umane. L'Eco 5 prevede il pagamento di 250 Euro ad ettaro ma impone una serie di obblighi:

  • mantenere al di fuori della proiezione verticale delle chiome una copertura dedicata con piante di interesse apistico (nettarifere o pollinifere), seminate o spontanee;
  • non eseguire operazioni di sfalcio, trinciatura o sfibratura per tutto il periodo dalla germinazione al completamento della fioritura;
  • non utilizzare diserbanti chimici ed eseguire il controllo esclusivamente meccanico o manuale di piante infestanti, non di interesse apistico, su tutta la superficie delle coltivazioni arboree (nell'Eco 2 invece il sottochioma poteva essere oggetto di diserbo chimico);
  • non utilizzare gli altri prodotti fitosanitari durante la fioritura sia della coltura arborea sia della coltura di interesse apistico. Durante il resto dell'anno applicare le tecniche della difesa integrata.
     
fc - 29941

EFA News - European Food Agency
Simili