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CLARA MOSCHINI

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Dall'Australia arriva il primo vino senza etichetta

Si chiama Crate e racchiude le informazioni obbligatorie nella capsula del tappo

Mentre l'Europa sta lì a discutere su come cambiare le etichette del vino, l'Australia mette la freccia e sorpassa tutti. Come? Commercializzando il primo vino senza etichetta. Si chiama Crate, è prodotto dall’azienda Fourth Wave Wines di Charleston, nel Nuovo Galles del Sud, e ha una particolarità: i consumatori possono trovare tutte le informazioni obbligatorie come il logo, il vitigno, la regione, l'annata, il testo legale, il codice a barre e un codice QR sulla capsula delle bottiglie. 

ll merito dell'innovazione è di Denomination, agenzia di grafica internazionale con studi a Sydney (Australia, Londra, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti a San Francisco. L'agenzia internazionale di design grafico specializzata in sostenibilità, serve clienti come Penfolds e Taylors. “Oggi i designer hanno il compito di ripensare completamente a come funzionano gli imballaggi -spiega Rowena Curlewis, co-fondatore di Denomination-. Occorre muoversi verso la loro riduzione al minimo, anche considerando l’energia necessaria per la stampa e la serigrafia”. 

“Crate sta facendo luce sulle alternative agli imballaggi convenzionali che utilizzano etichette di carta, un bene sempre più prezioso”, aggiunge Nicholas Crampton, comproprietario di Fourth Wave Wines.

L'obiettivo dell'imballaggio minimalista è quello di ridurre l'impatto ambientale. Il cartone di Crate è riciclato al 100% e reca la scritta: "Il nostro pianeta è più importante del nostro imballaggio". Il vetro a sua volta proviene da bottiglie riciclate e il prodotto può essere acquistato solo a casse, riducendo così l'impronta ecologica. Inoltre è "prodotto con uve provenienti da piccole aziende agricole nello spirito della sostenibilità sociale". Il ricavato delle vendite viene reinvestito nelle singole cantine.

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EFA News - European Food Agency
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