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CLARA MOSCHINI

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Le 5 "bufale" più diffuse sul mondo della carne

Carni Sostenibili ha stilato l'elenco delle fake news che circolano sul settore

La carne fa male alla salute, gli allevamenti non sono sostenibili. Sono solo due delle tante fake news che inquinano il dibattito intorno alla produzione di carni e salumi, nonostante si tratti di un settore centrale per la food security. Secondo le stime Fao, infatti, in uno scenario sostenibile, sarà necessario garantire un aumento medio del 30% della disponibilità di alimenti di origine animale entro il 2050, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. 

In occasione della Giornata mondiale del fact checking celebrata ieri, Carni Sostenibili, l’associazione no profit per il consumo consapevole e la produzione sostenibile di carni e salumi, ha lanciato una mini-guida che smonta con dati e studi scientifici le più pericolose bufale che circolano sul settore di produzione delle carni. Un pentalogo, in cinque punti dunque, che si concentra sulle seguenti fake news:

  1. In Italia mangiamo troppa carne. Falso: le stime si riferiscono ai consumi apparenti, che considerano anche le parti non commestibili. In Italia, infatti, in media il consumo reale pro-capite è di circa 32,9 chili di carne l’anno mentre spesso sentiamo dire che gli italiani arrivano am mangiarne 80/90 chili pro capite. A sgombrare il campo da equivoci ci ha pensato l’imponente lavoro di ricerca dell’equipe dell’Università di Bologna insieme alla Commissione di studio Istituita dall’Aspa, l'Associazione scientifica per la scienza e le produzioni animali. “Consumo reale di carne e di pesce in Italia” è il titolo del lavoro del team di studio basato su dati Ismea, secondo cui in Italia nel 2021 il “consumo apparente” pro capite annuo (bovino, suino e pollo) è stato pari a 65,3 Kg che corrisponde ad un consumo reale, quindi delle sole parti edibili, di 32,9 Kg: considerando solo la carne rossa (bovina, suina) il consumo reale scende a 58 grammi al giorno pro capite, una quantità ben al di sotto delle raccomandazioni dell’Oms che fissano a 100 gr il consumo giornaliero di carne rossa.
  2. La produzione di carne non è sostenibile: servono 15.000 litri d’acqua per produrne un chilo di carne bovina. Falso. In Italia per produrre 1 chilo di carne bovina in un sistema efficiente servono 790 litri d’acqua perché l’80-90% di queste risorse idriche ritorna nel naturale ciclo dell’acqua. Il problema sono le fonti su cui si basano queste stime che quantificano il volume di acqua utilizzata e non l’impatto ambientale dell’acqua consumata nella produzione. Colpa, insomma. del Water Footprint che calcola la quantità di acqua utilizzata nei processi produttivi prendendo in considerazione la cosiddetta "acqua virtuale" che, quando si parla di carne, include anche quella usata per coltivazione dei foraggi necessari all’alimentazione del bestiame e nella fase di macellazione. Tenendo conto, invece, del consumo effettivo d’acqua per 1 chilo di carne in una filiera efficiente, in Italia si impiega, rispetto alla media mondiale, il 25% d’acqua in meno per produrre un chilo di carne bovina, per cui vengono consumati effettivamente 790 litri. E anche quando l’allevamento non si distingue per efficienza, il consumo si attesta al massimo a 7.000 litri, la metà di quanto comunemente viene stimato. 
  3. Gli allevamenti non sono sostenibili e sono i primi responsabili del cambiamento climatico. Falso anche questo. Secondo il lavoro di un team di ricercatori dell’Università di Sassari, l’allevamento italiano contribuisce a combattere il riscaldamento globale e a mitigare il cambiamento climatico. Dallo studio emerge non solo una significativa riduzione delle emissioni ma addirittura la negativizzazione dell’impronta ambientale: guardando il contributo della produzione zootecnica italiana al riscaldamento globale negli ultimi 10 anni, tra emissioni di metano e protossido di azoto, con l’applicazione delle nuove metriche, passa da +206 milioni di tonnellate di CO2 calcolate con il vecchio metodo (GWP) a -49 milioni di tonnellate stimate con le nuove metriche. 
  4. I cibi artificiali impattano sull’ambiente molto meno di quelli naturali. Falso. La produzione di alimenti naturali si inserisce in un processo completo dove emissioni e sequestro delle emissioni sono bilanciate. Nella produzione dei fake food invece si possono contabilizzare solo le emissioni. Inoltre, gli impatti devono essere rapportati al valore nutrizionale degli alimenti e, come detto, i cibi naturali sono di gran lunga superiori ai derivati vegetali.
  5. La carne contiene ormoni e antibiotici, mangiarla è pericoloso. È falso: il trattamento di animali con ormoni è vietato in Europa da oltre 40 anni e da più di quindici anni sono vietati anche gli antibiotici a scopo preventivo. E da più di quindici anni sono vietati anche gli antibiotici a scopo preventivo. Il loro impiego negli allevamenti è permesso solo ai fini di cura, terapia e profilassi dell’animale, ed è sempre subordinato alla prescrizione medico-veterinaria. Inoltre, possono essere utilizzati esclusivamente antibiotici preventivamente autorizzati dalle Autorità Sanitarie. 
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EFA News - European Food Agency
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