Beyond Meat toglie la carne dal nome
Il colosso Usa dei prodotti vegetali si chiamerà solo "Beyond": tentativo per riequilibrare i conti sempre in rosso?

Torna prepotente la questione "semantica" sulla carne "vegetale". Dopo che una quindicina di giorni fa la Ue ha presentato un elenco di 29 termini “carne” nell'ambito della proposta di vietarne l'uso nel marketing delle alternative a base (leggi notizia EFA News) adesso, dall'altra sponda dell'Atlantico, arriva la notizia che la statunitense Beyond Meat, uno dei colossi del settore dei prodotti alternativi a base vegetale, ha deciso di eliminare il ‘Meat’ dal nome che, a questo punto, diventerà solo "Beyond".
Ethan Brown, fondatore, presidente e amministratore delegato dell'azienda statunitense produttrice di prodotti alternativi alla carne, ha fatto questa rivelazione in un'intervista: la notizia, che ha del sensazionale almeno per il settore, probabilmente verrà confermata domani dai vertici aziendali in occasione della presentazione dei numeri del secondo trimestre 2025.
“Quello in cui siamo bravissimi è produrre proteine -ha detto Brown-. Invece di pensare a un semplice sostituto delle proteine animali, cosa succederebbe se pensaste al vostro consumo giornaliero di proteine e iniziassi a cercare di sostituirne il più possibile con proteine vegetali, in qualsiasi forma possibile?”.
Secondo gli analisti, il cambio di nome significa che l'azienda "sta spostando la sua attenzione dall'imitazione delle proteine animali al lasciare che le proteine vegetali parlino da sole". Anche perché, pur se con un nome nuovo, Beyond Meat ha confermato che non intende interrompere nessuno dei suoi prodotti esistenti.
Il cambio di nome, aggiungono gli analisti, potrebbe avere a che fare con i conti della società e con quelli del mercato in generale, con le vendite globali di carni a base vegetale in calo in molti mercati. Le principali critiche sono incentrate sul gusto, sulla qualità e sui prezzi troppo elevati, considerati fattori negativi dai consumatori.
Come dicevamo, la notizia del cambio di nome precede di 24 ore la divulgazione dei risultati del secondo trimestre dell'azienda, dopo un primo trimestre chiuso in perdita a 52,9 milioni di dollari, leggermente meglio rispetto alla perdita di 54,4 milioni di dollari registrata nello stesso trimestre del 2024. In calo a 42,3 milioni di dollari anche l'ebitda rettificato mentre le vendite sono diminuite del 9,1% nei primi tre mesi del 2025, scendendo a 68,7 milioni di dollari. Nello stesso trimestre dello scorso anno, il fatturato era sceso del 18% a 75,6 milioni di dollari. Per il nuovo trimestre si prevede un altro calo, con Brown che punta a 80-85 milioni di dollari, rispetto ai 93,2 milioni di dollari del secondo trimestre del 2024, quando il calo era stato dell'8,8%.
I conti sono andati meglio nel primo trimestre a guardare il segmento internazionale: le vendite al foodservice di Beyond Meat sono aumentate del 12,1% a 15,3 milioni di dollari, mentre le vendite al dettaglio sono state più contenute, con un aumento solo dello 0,8% a 12,7 milioni di dollari.
D'altronde, a ben guardare, Beyond Meat non ha realizzato profitti da quando si è quotata in borsa nel 2019 sul Nasdaq: l'ebitda, poi, non è mai stato in attivo dopo i magri 11,8 milioni di dollari generati nel 2020. Le sue azioni hanno perso più del 50% quest'anno: oggi quotano 3,04 dollari dai 25 dollari della quotazione nel 2019 e lontanissima ormai dai 177 dollari dell'agosto 2019.
In questo mese si agosto è previsto il lancio del nuovo prodotto, Beyond Ground, ridotto a quattro ingredienti: fave, fecola di patate, acqua e buccia di psillio. “Se volete qualcosa che sia un prodotto macinato, eccovi accontentati”, ha detto Brown che, in futuro, conferma che l'azienda potrebbe uscire sul mercato "con cose come, magari, salsicce di lenticchie. O hot dog di ceci".
EFA News - European Food Agency