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CLARA MOSCHINI

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Cina, la via della seta punta anche agli staterelli insulari

Con la Fao, $ 5 mln per sostenere i sistemi agroalimentari. In territori strategici

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) ha lanciato un nuovo progetto da 5 milioni di dollari sostenuto dal programma Fao-China South-South Cooperation (Ssc) per aiutare i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Sids) a rafforzare le proprie capacità e affrontare sfide di sviluppo comuni. Il riferimento è a Paesi dell'arcipelago caraibico (Cuba, Haiti, Repubblica Dominicana), dell'Oceano Indiano (Maldive, Seychelles, Maurizius), dell'Oceano Pacifico (arcipelaghi polinesiano, melanesiano e micronesiano), senza escludere Singapore. Rallentata di fatto nei piani di espansione della Via della Seta verso Occidente, la Cina punta ora a stringere legami con questa miriade di isole, spesso collocate in posizione strategica. Si spera che gli aiuti economici non si trasformino in un ricatto per ampliare anche l'influenza militare cinese.

Il progetto, annunciato in occasione del Quarto dialogo sulle soluzioni Sids tenutosi ieri a Ginevra, copre un periodo iniziale di tre anni, dal 2022 al 2025, e si concentrerà su aree quali l'innovazione, la digitalizzazione e lo scambio di conoscenze per assistere i Sids nel raggiungimento dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile e nel percorso Samoa.

“Il messaggio che ha risuonato più forte durante il dialogo di oggi è l'urgente necessità di investimenti nello sviluppo di capacità, strategie di adattamento e un maggiore sostegno per trasformare i sistemi agroalimentari dei Sids in modo che diventino più resilienti, efficienti, sostenibili e inclusivi. Questo finanziamento è tempestivo e ribadisce l'alta priorità che la Fao attribuisce ai Sids e alla trasformazione dei loro sistemi agroalimentari per ottenere una migliore produzione, una migliore produzione, una migliore alimentazione, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti”, ha detto il vicedirettore generale della Fao Maria Helena Semedo nel suo intervento al Dialogo.

Ecosistemi fragili, elevata vulnerabilità ai cambiamenti climatici, disastri naturali, shock economici esterni, distanza dai mercati globali e alti tassi di tutte le forme di malnutrizione e malattie legate all'alimentazione sono solo alcune delle sfide che ostacolano il processo di sviluppo dei Sids. Ad aggravare questa condizione è stata la pandemia di Covid-19, che ha avuto un notevole impatto negativo sui mezzi di sussistenza rurali.

Tutti questi fattori contribuiscono alla necessità di competenze e supporto tecnico, nonché investimenti finanziari in modelli di produzione, distribuzione e consumo alimentare sostenibili.

Il progetto sarà coordinato dall'Ufficio dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, dei paesi meno sviluppati e dei paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare (Osl) della Fao, insieme alla Divisione per la cooperazione sud-sud e triangolare (Pst) della Fao.

I progetti strutturati per creare sistemi agroalimentari più resilienti, migliorare la gestione delle risorse ittiche e rafforzare lo sviluppo rurale sostenibile nei Sids attraverso esperienze condivise e scambi tecnologici con partner chiave, quali Stati membri, agenzie delle Nazioni Unite, settore privato, Ong, università e specifiche istituzioni internazionali. Oltre all'esperienza e al supporto diretto della Repubblica popolare cinese e di altri partner cooperanti, il programma promuoverà anche lo scambio di esperienze tra Sids su questioni relative alla trasformazione dei sistemi agroalimentari, sia a livello interregionale che intraregionale.

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EFA News - European Food Agency
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