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Grano Ucraina 2/. Valente (Italmopa): "Grave bloccarne il commercio"

L'auspicio è per un ripristino del libero mercato e delle regole europee comuni

Sull'ostracismo operato da almeno quattro Paesi dell'Est europeo nei confronti del grano ucraino (leggi notizia EFA News), "bisogna fare chiarezza", avendo un "quadro d'insieme per poter dare un giudizio". Il tema è stato affrontato dal presidente di Italmopa, Andrea Valente, a margine della presentazione dell'evento "Molini a porte aperte" (leggi notizia EFA News).

Premesso che spesso si fa "confusione tra grano duro, grano tenero, mais e orzo", ha dichiarato Valente a EFA News, va ricordato che, storicamente, "l'Ucraina non è mai stata un grande esportatore di grano, né verso l'Italia né verso l'Unione europea" che, peraltro, "ha dei dazi che la proteggono". Dopo lo scoppio del conflitto lo scorso anno, il dazio nei confronti dell'Ucraina è stato cancellato, consentendo al grano ucraino di circolare liberamente in Europa, "anche perché purtroppo non riescono o riescono solo in parte a esportarlo via nave, quindi è stato giusto concederglielo".

"È chiaro che l'afflusso via terra di mais, grano, orzo è andato a deprimere i prezzi che comunque non sono ritornati ai livelli pre-guerra e, in questo, in un certo senso, c'è anche chi ha aiutato il consumatore perché ne seguirà un abbassamento dei prezzi". Dopo che, la scorsa settimana, una serie di Paesi limitrofi (Polonia, Ungheria, Slovacchia) hanno bloccato l'importazione di grano ucraino, "c'è stato un aumento delle quotazioni future di circa il 5%": un aumento, fa notare Valente, "leggermente rientrato" dopo la concessione del transito delle merci da parte di Polonia (leggi notizia EFA News) e Ungheria.

"Quello che a noi dispiace è che noi vogliamo vivere in un mercato 'competitivo' in cui i prezzi li fanno la domanda e l'offerta - ha aggiunto il presidente di Italmpoa -. Il fatto che vengano imposti dazi, secondo noi, è sempre un fatto negativo. Spiace che dei paesi europei chiedano all'Unione Europea di adottare le politiche e poi, singolarmente, decidano di andare contro decisioni che sono fatte a livello comunitario. Questa è una cosa a mio parere gravissimo", afferma Valente, ed è, oltretutto, "la stessa cosa che si è verificata per esempio l'anno scorso, allo scoppio della guerra, quando l'Ungheria (primo Paese fornitore di grano tenero per 'Italia) dalla sera alla mattina ha deciso di bloccare l'esportazione al di fuori del Paese per quasi un mese, in sfregio alle alle direttive europee e alle regole europee che ci siamo dati. Bisogna bisogna rispettare queste regole comuni, altrimenti se ogni Paese fa quello che vuole, diventa un problema".

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EFA News - European Food Agency
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