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Siccità e inondazioni: Paesi a rischio col ritorno del Niño

La Fao inizia a predisporre una serie di interventi per i Paesi che già soffrono di insicurezza alimentare

L'uscita di scena della "Niña", dopo tre anni di presenza prolungata, lascerà il posto a "El Niño", ribaltando radicalmente lo scenario meteorologico venturo. Ciò significa che alcune aree geografiche afflitte da siccità cronica, come il Corno d'Africa potrebbero ricevere sollievo. In compenso l'Africa australe e ampie zone dell'America centrale (Caraibi in particolare) e dell'Estremo Oriente asiatico potrebbero incorrere in disagi climatici, con inevitabili rischi per l'agricoltura. Lo rileva un rapporto del Global Information and Early Warning Systems della Divisione Markets and Trade dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) e dell'Office of Climate Change, Biodiversity and Environment.

Le aree geografiche pocanzi menzionate suscitano la preoccupazione della Fao, trattandosi di territori afflitti da decenni di insicurezza alimentare. Alla luce degli ultimi risvolti dell'emergenza climatica, la Fao sta elaborando delle procedure operative standard per accelerare interventi tempestivi come la creazione di depositi di sementi comunitari, la valutazione di riserve alimentari strategiche e il rafforzamento delle campagne di sorveglianza della salute degli animali.

L'agenzia Onu ha infatti già sviluppato protocolli di azione preventiva per la siccità in Burkina Faso, Ciad, Niger, Madagascar meridionale, Malawi, Zimbabwe, Filippine, Pakistan e America centrale, ed è pronta ad agire tempestivamente, in coordinamento con i governi e i partner, se le previsioni dovessero concretizzarsi. Si prevede che gli effetti del "Niño" saranno più incisivi da giugno in poi, pertanto la Fao sta già avviando i primi preparativi per sostenere i Paesi colpiti.

L'approccio della Fao è quello di mappare i cambiamenti nelle condizioni della vegetazione e nelle terre coltivate del mondo, combinando questa analisi con i calendari delle colture, per comprendere meglio in che modo la scarsità di precipitazioni possa influire sulla produzione: gli effetti dello stress idrico variano infatti durante il ciclo di vita di una coltura. Questo approccio aiuta a identificare le aree a rischio più elevato - quelle in cui le condizioni di siccità influiscono sull'intero ciclo colturale - e orienta il tipo di interventi da attuare.

Si stima che la pioggia darà ristoro alle coltivazioni dell'Argentina e del Medio Oriente, tuttavia gli effetti del Niño rischiano di essere devastanti in altre zone, con danni all'agricoltura e rischio di malattie. L'Africa orientale, che ha sofferto una carenza di precipitazioni per quattro anni, andrà incontro a una ripresa molto lenta, anche in caso di piogge più frequenti. 

Australia, Brasile e Sudafrica, tutti grandi produttori ed esportatori di cereali, sono tra i paesi a rischio siccità, così come molti altri paesi dell'Africa centrale e occidentale, del Sud-Est asiatico e dei Caraibi. Il rischio inverso di precipitazioni eccessive vale per esportatori come Argentina, Turchia e Stati Uniti d'America, oltre che per i Paesi dell'Asia centrale.

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EFA News - European Food Agency
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