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Grano Ucraina. Usa: "Russia esporta grano e tiene in ostaggio il mondo"

L'allarme lanciato dall'ambasciatrice alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield

Si prospetta una proroga di due mesi dell'accordo, ancora una volta grazie alla mediazione della Turchia.

Mentre in Europa, lo scenario sembra incanalarsi verso una fase di distensione, a livello globale, la questione del grano ucraino si fa sempre più complessa. Se da un lato le Nazioni Unite stanno svolgendo il ruolo di principale mediatore, dall'altro riemerge l'intransigenza degli Usa.

"Sia chiaro, la Russia sta esportando bene. Sta esportando cereali e fertilizzanti agli stessi livelli, se non superiori, rispetto a prima dell'invasione dell'Ucraina", ha dichiarato Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice statunitense all'Onu (nella foto). "La Russia usa ancora una volta il cibo come arma - ha aggiunto l'ambasciatrice -. Stanno tenendo in ostaggio persone vulnerabili e affamate in Africa, Medio Oriente e in tutto il mondo", ha aggiunto Thomas-Greenfield.

Nel frattempo, il nuovo round di trattative russo-ucraine, mediate dalla Turchia, si sono concluse tra commenti contrastanti. La controparte del Cremlino, ancora una volta, appare la più scettica. "Un'iniziativa che porta benefici unilaterali difficilmente può essere riconosciuta e confermata da tutti - ha dichiarato il viceministro degli esteri russo Serghei Vershinin -. Naturalmente, stiamo principalmente proteggendo gli interessi nazionali della Russia, i suoi produttori agricoli, i produttori di fertilizzanti, tenendo conto del fatto che la situazione generale nel mercato alimentare mondiale è piuttosto instabile". Se non si perverrà ad alcuna soluzione condivisa, oltre la scadenza del 18 maggio "l'accordo cessa di esistere", ribadisce Vershinin.

Più possibilisti i mediatori di Istanbul. Il ministero della Difesa turco avrebbe riscontrato "progressi" nei negoziati, mentre il ministro degli esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu ha affermato che ci sono tutte le carte in regola per una proroga dell'accordo per altri due mesi: "Penso che saremo in grado di farlo", ha dichiarato Cavusoglu dopo il colloquio a Mosca con il suo omologo russo Sergei Lavrov.

Sebbene non sia stata raggiunta alcuna intesa, le quattro parti in causa - Russia, Ucraina, Turchia e Onu - continueranno a negoziare i dettagli tecnici dell'accordo sul grano, riferisce l'agenzia russa Tass. Da parte sua, il Segretariato generale dell'Onu dichiara che "i partecipanti all'incontro in Turchia hanno convenuto di continuare a lavorare sulla questione".

Rimane in piedi, infine, il filo diretto Ankara-Mosca intorno alle trattative: a riguardo è ancora la Tass a informare della "possibilità" di "colloqui telefonici" tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

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EFA News - European Food Agency
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