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Italmercati: con 150 mln del Pnrr, 1,56 mld di Pil aggiuntivo entro il 2026

Le stime elaborate in uno studio di The European House - Ambrosetti

I 150 milioni di euro del Pnrr stanziati per i mercati agroalimentari italiani genereranno un giro d’affari ulteriore di 2,8 miliardi di euro annui (oggi ammonta a 10 miliardi) e 7.000 posti di lavoro. Un primo passo necessario ma non sufficiente a mettere a terra il reale potenziale di Italmercati, la rete che riunisce i 21 mercati agroalimentari principali italiani. Questi 150 milioni rappresentano infatti il 75% dell’ammontare necessario al comparto per esprimere a pieno il suo potenziale. Secondo lo studio The European House - Ambrosetti presentato questa mattina a Roma, la mancata erogazione dell’ulteriore 25% di fondi, impedisce l’attivazione di ulteriori vantaggi socio economici 500 milioni di euro di valore aggiunto, 930 milioni di euro di giro d’affari e altri 2.400 posti di lavoro.
 
Si tratterebbe di una vera e propria penalizzazione in un momento di rilancio così significativo per un settore strategico del Made in Italy, quello dei mercati all’ingrosso, intorno a cui gravitano oltre 3.000 imprese, 26.000 posti di lavoro e che impatta sul Pil per 12,9 miliardi. I mercati all’Ingrosso hanno svolto il ruolo di “ammortizzatori” dell’impatto inflazionistico nel lungo percorso che va dal produttore al consumatore. Per ben il 53% delle volte, i mercati sono stati in grado di attutire le ricadute dell’inflazione a due cifre sul portafoglio dei consumatori e ciò è avvenuto maggiormente nei mesi in cui il fenomeno di aumento dei prezzi era più accentuato.

“I mercati agroalimentari devono essere parte integrante della filiera agricola e come Italmercati ci battiamo affinché venga riconosciuto il loro ruolo di anello di congiunzione del sistema agroalimentare”, commenta Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati.
 
“Nell’attuale contesto di poli-crisi che stanno colpendo tutti gli operatori del sistema economico italiano, i mercati agroalimentari all’ingrosso hanno dimostrato di saper rivestire un ruolo di “ammortizzatori” dell’inflazione all’interno della filiera agroalimentare estesa. Le analisi restituiscono che i mercati agroalimentari all’ingrosso, nonostante una pressione crescente sui propri costi operativi, hanno trattenuto al loro interno tutta la pressione inflattiva per almeno un mese nell’anno e per almeno 6 mesi nel 55% dei casi analizzati”, commenta Valerio De Molli, Managing Partner and Ceo, The European House - Ambrosetti.

Con un tasso di crescita media annuale del 2,5%, i mercati della rete Italmercati sono in controtendenza rispetto al settore alimentare all’ingrosso per il quale è stato registrato negli ultimi anni un calo dello 0,1%. Anche gli investimenti hanno segnato una forte crescita, raggiungendo i 52 milioni di euro nel 2022 (con un tasso medio annuo del +6,8% dal 2015, a fronte di un calo degli investimenti del settore).

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EFA News - European Food Agency
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