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Nutriscore. Lollobrigida: "Non ci arrendiamo a chi vorrebbe insegnarci a mangiare"

"Zootecnia italiana virtuosa e allevatori incolpevoli del cambiamento climatico", dichiara il ministro

Sarebbe esagerato dire che il Nutriscore "mette in guardia dai prodotti italiani". Indubbiamente, però, è uno strumento che "mette in guardia da prodotti che per storia, per caratteristica, hanno sempre garantito qualità alle persone che acquistano: questo ci preoccupa ancora di più". Lo ha detto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, a margine dell'evento a Fano, per la celebrazione dei 60 anni del gruppo lattiero caseario TreValli Cooperlat.

"Certo, l’Italia è una nazione che ha gran parte dei prodotti di qualità che vengono usati e anche esportati nel resto del pianeta - ha proseguito il ministro -. Abbiamo sempre garantito un processo qualitativo molto elevato". Il Nutriscore, al contrario, "orienta e condiziona in nome di algoritmi verso alcune produzioni che poco hanno a che fare con processi naturali e soprattutto con la capacità di restare agganciati al territorio".

"Credo sia un errore dal punto di vista del benessere considerare gli elementi che vengono indicati dal nutriscore come elementi fondamentali - ha detto Lollobrigida -. Ci sono dei dati che parlano chiaro: siamo una delle nazioni che vive più a lungo, con una longevità seconda solo al Giappone. Dovremmo poter essere garanti della qualità dell’alimentazione anche per il resto del mondo. Non ci arrendiamo a chi immagina di insegnarci a mangiare, quando forse potremmo essere noi gli indicatori migliori per un’alimentazione corretta per l’intero pianeta".

Nella stessa occasione, il ministro dell'Agricoltura ha difeso la "zootecnia italiana", indicata come "un altro esempio virtuoso", che mette al centro "il benessere animale", come "grande garanzia di equilibrio", mentre gli "allevamenti intensivi" vengono "ridotti al minimo". Lollobrigida prende le distanze dall'attuale "tentativo di stigmatizzare l’allevamento", come se "i nostri allevatori fossero colpevoli del cambio climatico, quando invece le cose non stanno affatto così ed è oggettivo".

"Oggi l’Italia e l’Europa, rispetto ad altre nazioni inquinano in maniera molto marginale - ha concluso il ministro -. Certamente non possiamo pensare a un mondo senza l’allevamento e senza l’agricoltura che metterebbe davvero in discussione il nostro sistema, creando disastri in termini di dissesto idrogeologico".

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EFA News - European Food Agency
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