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Centromarca/4. Lavorare sulla filiera per tornare ai consumi

Giampiero Maioli, ad di Crédit Agricole: "le persone non sono più disposte a rinunciare a certe spese"

"Lavorare sulle filiere in maniera verticale". È questo l'obiettivo che si deve prefiggere il Sistema Paese se vuole tornare a essere competitivo su produttività e consumi, primi fra tutti quelli agroalimentari. Lo ha detto Giampiero Maioli ceo e senior country officer di Crédit Agricole Italia al convegno organizzato a Milano da Centromarca e intitolato "Scenari globali, prospettive italiane: decifrare la complessità per governare il cambiamento". 

"Sulle imprese è stato fatto tanto dai governi soprattutto negli ultimi dieci anni -sottolinea Maioli-. Adesso è il momento di pensare ad aprire ai private equity che possano entrare nelle aziende dalla porta principale. Perché la filiera dà risorse, certo, ma occorre stare attenti: è possibile, infatti, che arrivi una dura stretta creditizia. Ebbene -aggiunge l'ad di Crédit Agricole Italia- la filiera, di per sé, è in grado di rispondere anche a queste problematiche perché è strutturata in modo tale da ridurre i rischi. Nell'agroalimentare, per esempio, è possibile impostare a livello di filiera persino una politica di controllo ambientale. Cosa che non è così scontata in altri settori".

Per quanto riguarda l'annoso tema dei consumi anche Maioli non dà ricette. Solo, pone l'accento sul fatto che il problema per gli italiani sia quello di "selezionare" come spendere i soldi. "Le persone -spiega Maioli- non sono più disposte a rinunciare a certe spese: il fuori casa, per esempio, è diventata quasi un'esigenza a cui nessun abdica più. Così per il tempo libero e per la ristorazione, per citare altri due casi".

Certo, sottolinea l'esperto, a cambiare le carte in tavola ci ha pensato, e non poco, il covid. L'inflazione, poi, ha fatto il resto. "Oggi l'inflazione ha anche un carattere speculativo e comunque è difficile leggere i consumi -sottolinea Maioli-. C'è una inflazione speculativa. Prendiamo gli alberghi: hanno vissuto una sorta di inerzia da pandemia per un paio d'anni. Ma sono anche stati ricompensati con incentivi e ristori, hanno avuto tutti sostegni possibili. E adesso? Semplice, raddoppiano i prezzi e sono tornati pieni".

Questa fame di cambiamento, o meglio, questa necessità di apportare cambiamenti alla politica e all'analisi dei consumi ha portato una banca come Crédit Agricole, sottolinea Maioli, "a varare, per esempio, il noleggio temporaneo. Un modo per agevolare i giovani che hanno cambiato il loro approccio al movimento, alla mobilità. D'altra parte -dice Maioli- Sono loro i più veloci ad adattarsi alle esigenze. I giovani spendono molto meno in auto, puntano sul noleggio temporaneo, anche per 3 mesi e poi via. I giovani sono più razionali, quindi velocissimi ad adattarsi alle nuove esigenze. Ecco perché è sempre più difficile leggere i consumi".

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EFA News - European Food Agency
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