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CLARA MOSCHINI

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Granchio blu: da problema a opportunità?

Regione Emilia-Romagna valuta riconoscimento come specie di interesse commerciale

Il granchio blu sta imperversando nelle marinerie di Goro e Comacchio, rappresentando una perturbazione dell'ecosistema. A riguardo, la Regione Emilia-Romagna si è attivata per la risoluzione del problema costituito dalla presenza della specie alloctona e sta valutando possibili soluzioni, tra le quali l’autorizzazione al prelievo per autodifesa del crostaceo, tramite modifiche alle concessioni demaniali. 

La decisione di intervenire e di insediare un gruppo tecnico che trovi soluzioni veloci e concrete è stata affrontata, insieme ad altri temi, dalla Consulta Ittica regionale, riunitasi nei giorni scorsi a Bologna, convocata dall’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, Alessio Mammi.

Il settore regionale che si occupa di pesca e acquacoltura, ha già presentato come capofila un progetto sul granchio blu, inserito nel Programma Interreg Euro-Med, denominato “BlueFood”. Progetto che ha già superato il primo passo di verifica necessario alla definitiva approvazione. “BlueFood” punta sulla possibilità di sfruttamento e utilizzo commerciale e alimentare del granchio blu, oggi già commercializzato da pescatori e acquacoltori con il nome di "Granchio reale!, ma anche a pubblicizzarne l’esistenza, le problematiche e le potenzialità.

Inoltre, la Regione Emilia-Romagna promuoverà un’azione presso il Governo nazionale ed europeo diretta a individuare e proporre possibili soluzioni di contrasto al crostaceo, indispensabili a preservare gli equilibri dell’ecosistema marino, per evitare che la specie sia classificata come “invasiva” pur riconoscendola come specie “dannosa”, e mirando a chiederne il riconoscimento come specie di interesse commerciale attraverso l'inserimento nell'elenco approvato con Decreto Ministeriale che regola la materia.

Infine, è allo studio la possibilità di mutuare per gli acquacoltori titolari di concessione demaniale marittima (in quanto riconosciuti come imprenditori agricoli) un sistema di indennizzi che consenta l’autodifesa dalle specie dannose e invasive e ne consenta sia l’autoconsumo che lo sfruttamento commerciale.

Durante la Consulta Ittica, con le associazioni che rappresentano le cooperative della pesca è stato trattato il tema della morìa delle vongole a seguito dell’alluvione. Lo sversamento di acqua dolce in mare ha provocato casi di anossia (mancanza di ossigeno) che hanno fatto morire le vongole soprattutto lungo i canali di Comacchio, e inoltre si sono verificati danni anche alle strutture impiegate nella pesca e nell’acquacoltura. La Regione è in attesa che le associazioni dei pescatori presentino una stima dei danni, per chiedere l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale della pesca.La Regione ha poi dato comunicazione delle risorse Feampa, il Fondo europeo per la Pesca e l’Acquacoltura, destinati ai pescatori. Per l’Emilia-Romagna è in campo una proposta di piano finanziario in via di conferma che vale poco meno di 40 milioni di euro.

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EFA News - European Food Agency
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