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Direttiva emissioni: l'appello dei produttori bovini

De Rocco, Cremonini e Barbisan: "Chi è che ha interesse a distruggere il nostro settore?"

I principali operatori della filiera bovina da carne in Italia scendono in campo per la terza volta rivolgendosi agli Europarlamentari affinché scongiurino nella prossima Assemblea Plenaria, l’inserimento dei bovini da carne nelle maglie burocratiche della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali.

Alessandro De Rocco, presidente dell’Interprofessione Oi Intercarneitalia, Serafino Cremonini, presidente del Comitato Nazionale della Trasformazione e Presidente Assocarni, Fabiano Barbisan, presidente dell’Aop Italia Zootecnica, scrivono un nuovo appello, il terzo, ponendo in apertura del documento, una serie di domande:

- Chi ha interesse a distruggere la zootecnia bovina da carne?
- Perché vogliono includerla a tutti i costi tra le industrie inquinanti- Perché sommergere gli allevatori di inutile e costosa burocrazia costringendoli ad abbandonare le loro attività zootecniche?

"Questi sono solo alcuni interrogativi che ci poniamo - hanno detto De Rocco, Cremonini e Barbisan - nell’assistere al rimpallo in Europa tra Commissioni che, prima bocciano in Commissione agricoltura l’inserimento della zootecnia bovina da carne nella Direttiva 2010/75/UE e poi in Commissione Ambiente tentano il tutto per tutto per inserirla, nonostante il voto negativo dell’altra Commissione".

“Diamo seguito ai precedenti appelli per chiedervi di scongiurare l’ennesimo tentativo di inclusione della zootecnia bovina da carne nella Direttiva 2010/75/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, sulle emissioni industriali", si legge nella lettera inviata dalle tre associazioni agli europarlamentari.
 
"Nel riquadro di apertura della presente lettera - spiegano - abbiamo posto alcune domande poiché non riusciamo a comprendere la scelta del Parlamento verso un settore che da anni sta spontaneamente e costantemente migliorando le proprie performance ambientali con particolare riferimento alle emissioni in atmosfera e alla corretta gestione dei reflui aziendali. Il settore sta altresì costantemente migliorando le proprie strutture per garantire il benessere degli animali in tutte le fasi dell’allevamento".

L'inclusione degli allevamenti bovini nella direttiva "comporterebbe un ingiustificato aggravio di costi a carico degli allevatori che rischierebbe di far scomparire un elevato numero di stalle con gravi impatti negativi sull’intero ecosistema agricolo", viene ribadito nella lettera, sottolineando anche che "le caratteristiche rurali della produzione bovina consentono la salvaguardia e tutela del territorio, prevenendo il dissesto idrogeologico e l’abbandono delle aree marginali grazie alla presenza costante dell’allevatore / agricoltore", conclude il messaggio.

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EFA News - European Food Agency
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