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Il business del food delivery cresce (ma fa anche vittime)

La questione Uber Eats mette di nuovo al centro un'attività che in Italia vale quasi 2 miliardi di euro

La decsione di Uber Eats di abbandonare l'Italia lasciando a piedi, letteralmente, 3.000 rider non solo fa discutere e ha fatto arabbiare i sindacati che hanno indetto una protesta venerdì scorso (vedi EFA News). Di fatto, riporta in prima pagina la questione delle tutele del food delivery, del cibo a domicilio e di un business che sembra vedere proprio i rider in bicicletta sempre più "carne da macello" per i grandi attori del settore.

E allora vediamo quanto vale, questo business, aiutati in ciò da The European House-Ambrosetti che pochi giorni fa, in occasione del 7° forum “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage” di Bormio, ha sottolineato che il business, solo in Italia, vale 1,8 miliardi di Euro.- L’e-commerce legato al food sfiora ormai, nel complesso, 5 miliardi di Euro di valore visto che questo tipo di servizio raggiunge ormai il 71% della popolazione italiana. Gli esperti mettono in risalto, soprattutto, il ruolo fondamentale delle piattaforme di food delivery che nell’ultimo anno hanno rappresentato il 97% del valore totale dei piatti venduti: solo il 3% proviene dai canali online dei ristoranti tradizionali.

"Nel 2015 le vendite attraverso le piattaforme di food delivery valevano 70 milioni di Euro, nel 2018 oltre 360 milioni e nel 2020 più di 700 milioni -spiega Valerio De Molli, managing partner & ceo, The European House Ambrosetti-. La pandemia ha contribuito alla crescita esponenziale di questo fenomeno, che conta su un rialzo del 20% di valore tra 2020 e 2021 e, in Italia, si avvicina oggi a toccare 2 miliardi di Euro complessivi con ampie possibilità di sviluppo futuro”.

Le piattaforme hanno, ovviamente, potenziato tutto l’e-commece alimentare, che tra il 2010 e oggi è cresciuto mediamente del 39% annuo: secondo il think tank, il fatturato complessivo a fine 2022 si è attestato a 4,7 miliardi di Euro grazie soprattutto al food delivery che rappresenta il 44% del valore, seguito da spesa alimentare (37%) ed enogastronomia (19%). “Il potenziale di crescita dei marketplace digitali -aggiunge De Molli- nel contesto agroalimentare è però ancora molto elevato, in quanto il fatturato del settore alimentare generato tramite e-commerce vale nel 2022 il 3% del totale”.

L’indagine di Ambrosetti ha indacato anche come si stanno muovendo le preferenze di consumatori: oggi il canale dei social è fondamentale per raggiungerli ma c’è anche un risvolto industriale. Con le piattaforme, dice ancora De Molli, "hanno preso piede anche in Italia nuovi concetti di ristorazione come le dark kitchen, le cucine specializzate solo nella consegna a domicilio, o le ghost kitchen, laboratori che lavorano per più marchi dedicati alle consegne e perfino le social kitchen dove organizzare eventi con la cucina come filo conduttore o ancora le shared commercial Kitchen, spazi per cucine commerciali in condivisione che ottimizzano così i costi di gestione”.

fc - 32990

EFA News - European Food Agency
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