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Cia: consegnate a Masaf 51mila firme per difendere il grano italiano

Presentato anche dossier sui prezzi: mentre grano cala del 40% e la pasta sale del 30%

Più di 51mila firme, raccolte con la petizione su change.org, e un dossier di richieste e proposte per salvare il grano e la pasta Made in Italy, sono sul tavolo del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. È questa l’ultima azione messa a segno, oggi a Roma, da Cia-Agricoltori Italiani, nella battaglia nazionale per fermare il pericoloso attacco al settore cerealicolo.

“Il grano duro potrà avere la sua Cun (Commissione Unica Nazionale), per vigilare su una maggiore trasparenza dei prezzi - ha annunciato il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, all'uscita dal Masaf, aggiungendo che c’è l’impegno del ministero a mediare con l’industria e a mettere in campo tutte le forze per farla decollare al più presto. Intanto -ha proseguito - il ministro ha garantito che convocherà entro l’estate il tavolo di filiera. Dunque, la nostra mobilitazione sta funzionando e siamo soddisfatti per questo primo risultato ottenuto per riportare il settore nelle garanzie fondamentali per continuare a operare, tutelando produttori e consumatori, salvaguardando il vero grano e la vera pasta 100% Made in Italy”.

Con Fini al Dicastero di Via XX Settembre anche una nutrita delegazione Cia che ha dato voce alla mobilitazione, partita online con la raccolta firme e proseguita con incontri e manifestazioni sul territorio, in particolare in Puglia dove si è raccolta l’adesione di istituzioni e politica, interi comuni e migliaia di consumatori. “Avanti così, non ci fermeremo - ha dichiarato il presidente di Cia Puglia Gennaro Sicolo, al termine dell’incontro -. Stiamo portando avanti una battaglia di civiltà, per costruire un futuro per i nostri territori la cui economia deve tutto alle produzioni agricole autoctone. È arrivato il momento di dare concretezza a quella ‘sovranità alimentare’ che al momento appare solo come scritta sulla targa del ministero”.

Per Cia è, dunque, urgente stoppare le speculazioni commerciali sulla pelle dei produttori e dei consumatori. C’è un fermo “no” della federazione a chi non vuole riconoscere i costi minimi di produzione ai cerealicoltori e alle frodi che rovinano l’immagine di un prodotto simbolo dell’Italia, e un chiaro “sì”, e subito, a maggiori controlli sull’etichettatura, al potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e al Registro Telematico dei Cereali con avvio immediato. Inoltre, va prorogata a livello comunitario la sospensione dei dazi all’importazione su ammoniaca e urea. Fondamentale, poi, incentivare la ricerca pubblica e privata per garantire migliori rese e qualità, così come per favorire percorsi di aggregazione produttiva e organizzativa, inclusa l’ipotesi di una interprofessione dei cereali, con una specificità per il grano duro.

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EFA News - European Food Agency
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