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Peronospora: si temono perdite vitivinicole fino al 40%

La situazione più difficile si riscontra nella dorsale adriatica, Abruzzo, Marche e Molise, in particolare

L'allarme lanciato da Assoenologi, Ismea, e Unione italiana vini.

La vigna italiana è in vaste aree sotto attacco della peronospora, la malattia della vite che a causa delle abbondanti piogge di primavera e di inizio estate sta recando danni considerevoli in diverse regioni italiane in vista del prossimo raccolto. Lo affermano l’Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, Ismea, e Unione italiana vini (Uiv), che ha attivato una ricognizione nelle campagne del Belpaese.

Il fenomeno patogeno sta interessando in particolare le aree della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%, ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia per cui si prevedono con cali previsti nell’ordine del 25-30%. Difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e, in parte, in Toscana. In generale, grande sofferenza per il vigneto biologico – che rappresenta quasi il 20% dei filari italiani – che risulta in diverse aree in gran parte compromesso. Poco attaccate le altre aree. La presentazione delle previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea, e Uiv è in programma a Roma martedì 12 settembre.

“La pioggia pomeridiana, l’umidità della notte e il sole della mattina sono state purtroppo le condizioni climatiche perfette per far sviluppare la peronospora che ha attaccato tutti i vigneti e in particolare le varietà più sensibili. Ma i danni possono essere comunque limitati da un punto di vista qualitativo con una attenta conduzione scientifica del vigneto", dice Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, che comunque teme un un "calo della produzione con punte del 40 - 50%, in alcuni casi addirittura del 60%”, specie al Centro-Sud. 

"Il settore sta vivendo una stagione certamente complessa dovuta alla poca vivacità della domanda sia interna che estera in un contesto di giacenze elevate e prezzi che non soddisfano appieno le aspettative dei viticoltori - spiega da parte sua Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea -. Pur nella consapevolezza delle difficoltà in atto, alla vigilia di una vendemmia che non si preannuncia facile, il nostro invito è alla cautela. Ismea – ha concluso Del Bravo – si riserverà di monitorare con attenzione le condizioni dei vigneti nelle prossime settimane e fornire un quadro più accurato nella prima metà di settembre quando la situazione sarà più delineata”.

"A nostro avviso le vendemmie da 50 milioni di ettolitri sono oggi qualcosa di anacronistico per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l’alto - sottolinea Lamberto Frescobaldi, presidente Unione italiana vini (Uiv) -. La convinzione di Uiv è che, per controbilanciare un trend, che a fine luglio ci porterà probabilmente ad avere il maggior carico di stock in cantina degli ultimi 10 anni, serva una maggior razionalizzazione dell’offerta, basata su tassi consoni di vino rivendicato/imbottigliato, regole più stringenti su riclassificazioni e declassamenti, specializzazione dei distretti per vocazionalità".

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